Per gli appassionati di collezionismo e etnici ecco spiegato cosa sono i netsuke e perché possono valere molti soldi

netsuke

Forse li avremo notati all’interno di alcune case di amici. Oppure li possediamo noi stessi tra gli oggetti che mettiamo in mostra come soprammobili. Magari li abbiamo acquistati in qualche mercatino di oggetti etnici. È però molto probabile che non ci siamo mai troppo soffermati sulla loro utilità e sulla loro storia. E non sappiamo nulla sul fatto che potrebbero valere una discreta quantità di soldi.

Nella lingua giapponese sono chiamati netsuke. Ed indicano quelle piccole sculture tradizionali giapponesi della grandezza di pochi centimetri. Solitamente rappresentano piccole scene quotidiane. Una madre che allatta un bambino. Oppure un vecchio saggio seduto su di una tartaruga. Dovremmo allora sapere che alcuni pezzi possono essere di grande valore e pregio. Ed allora per gli appassionati di collezionismo e etnici ecco spiegato cosa sono i netsuke e perché possono valere molti soldi.

Una storia antica

Ci si potrebbe chiedere che necessità ci fosse nel realizzare delle minuscole statuine. La parola deriva dall’unione di due componenti. “Ne” significa legna, mentre “tsuke” sarebbe il bottone. Questo ci aiuta a capire l’originaria destinazione. Questi piccoli oggetti artistici possono essere realizzati in avorio oppure in legno. Hanno un’origine decisamente antica, visto che sono nati intorno al XVII secolo. Sono un prodotto artigianale, perché non avevano un impiego esclusivamente decorativo. Avevano cioè una funzione concreta che in pochi conoscono. Erano infatti dei piccoli fermagli. Difatti, il vestito tradizionale giapponese, cioè il kimono, era totalmente privo di tasche. Eppure le persone avevano necessità di trasportare spezie e piccoli oggettini di uso quotidiano. Ad esempio monetine, le medicine, oppure il tabacco.

Così nel XVII secolo in Giappone cominciò a diffondersi la pratica di portare appesi ad un cordoncino di seta dei piccoli contenitori che venivano bloccati e fissati al kimono da piccoli fermagli, i netsuke appunto. A tal fine, questi fermagli inizialmente avevano due buchi nelle estremità, per far passare il cordino in seta e permettere, come detto, di bloccare i contenitori sottostanti. Progressivamente la moda e l’aspetto estetico presero il sopravvento su quello pratico. Divennero così vere e proprie sculture. Peraltro i commercianti di tabacco lo utilizzarono come oggetto di pregio nella cerimonia legata al fumo del tabacco, che, similmente a quella del tè, aveva un codice e delle regole rituali.

Per gli appassionati di collezionismo e etnici ecco spiegato cosa sono i netsuke e perché possono valere molti soldi

Con lo sviluppo dei commerci, gli intagliatori di avorio di fine Ottocento iniziarono a lavorare anche per il mercato estero. Gli oggetti provenienti dal Giappone diventarono allora molto apprezzati e ricercati. Questi splendidi fermagli intagliati, oggi, possono valere un sacco di soldi. La valutazione è spesso facilitata dalla firma dell’autore che in molti casi si può rinvenire. Spesso è posta nel lato inferiore della statua. Ad esempio tra le pieghe dei vestiti o nella suola della scarpa. La produzione di questi oggetti rituali prosegue, peraltro, ancora oggi.

Non è difficile trovare nelle vetrine di antiquari specializzati netsuke in vendita a migliaia di euro. Sembrerebbe un valore sbalorditivo per una piccola statua di avorio e di legno. Eppure bisogna tenere in considerazione due aspetti. In primo luogo il valore storico dell’oggetto. In questi fermagli gli artisti godevano di una certa libertà espressiva. La personalità e le necessità spirituali dell’autore potevano trovare una via di fuga. Persino nella grande compostezza della tradizione figurativa giapponese. Inoltre hanno un valore spirituale molto forte. Il significato originario di oggetto che rimaneva appeso alla cintura di una persona nella sua vita, era un modo di garantirgli protezione e vicinanza.