Possiamo constatare, nella storia, non solo cicli dei mercati e dell’economia, ma più in generale della società?
Questo l’assunto su cui si fondano talune teorie, tra cui una delle più note riconduce al russo Kondratieff.
Secondo questo studioso nel corso della storia si alternano non solo condizioni diverse dal punto di vista economico, ma anche sociale.
Soprattutto con alternarsi di fasi di espansione di diritti o, invece, di loro contrazione.
Ma le principali società occidentali ora quale fase stanno attraversando?
Cicli non solo dei mercati, ma anche della società
Si potrebbe pensare che sia soprattutto a fronte del fattore esogeno rappresentato dal Covid, se attualmente vi sia la limitazione di alcuni diritti, se non la completa eliminazione.
Proprio ieri il Consiglio dei ministri italiano ha deciso la proroga dello stato di emergenza, circostanza che esemplifica una palese prosecuzione di una situazione, in cui tradizionali diritti vengono quanto meno limitati.
Ma, volendo svolgere un’analisi più approfondita, possiamo notare che da tempo sono interessati a questo fenomeno di contrazione dell’area dei diritti individuali ambiti, che con le questioni sanitarie hanno poco o nulla a che fare.
La pandemia incide, quindi, solo in parte su tale fenomeno.
In tal senso, sicuramente il settore immobiliare.
L’esempio del settore immobiliare
Un esempio di obblighi e limitazione della libertà di scelta del singolo è stata, ad esempio, la normativa in materia energetica, che ha previsto obbligo di installazione di termoregolatori e termocontabilizzatori individuali di calore.
Una scelta che tradizionalmente sarebbe spettata al proprietario, e che in seguito è stata imposta.
Sotto Conte, invece, abbiamo assistito all’agevolazione fiscale, con lo strumento dei bonus.
Pareva, quindi, che si volesse incentivare il settore, non obbligando, ma consentendo migliorie, che soprattutto per ragioni economiche potevano essere difficili da perseguire. Una scelta legislativa quindi in controtendenza, rispetto alla mera previsione di obblighi e relative sanzioni.
Ma ora dall’UE paiono arrivare nuovi obblighi.
In particolare, l’approvazione di una normativa in tal senso, svuoterebbe il contenuto del diritto di proprietà, vietando affitto e vendita di immobili che non raggiungano una determinata classe energetica.
Si tratta di principio che, infatti, in gran parte svuoterebbe il concetto stesso di proprietà privilegiando, peraltro, una sorta di redistribuzione della ricchezza al contrario.
Infatti coloro che non dispongono delle sufficienti risorse economiche non potranno che vedersi limitati nei loro diritti. A meno di specifici stanziamenti pubblici a sostegno dei necessari interventi.
Peraltro con pesanti ricadute anche verso gli eredi, che non possano, ad esempio, vendere o affittare un immobile ricevuto dal de cuius.
Ne conseguirebbe infatti un orientamento del mercato volto a privilegiare gli immobili appartenenti alle classi energetiche più elevate, con sacrificio delle altre.
Insomma, privilegiato il settore degli immobili, tipicamente posseduti dalle classi sociali più abbienti.
E, ovviamente, questo elemento determinerebbe comunque pesanti ripercussioni sul settore immobiliare nel suo complesso.
Peraltro i fautori di una tale normativa non comprendono che sinora il settore è stato trainato nella direzione di certi interventi proprio dai fondi messi a disposizione, non da obblighi e limitazione dei diritti.
Un eventuale effetto di obblighi, collegati alla impossibilità di esercizio di determinati diritti, come quello di affittare o di vendere, probabilmente avrebbe solo un effetto residuale sul coinvolgimento, in opere di miglioramento energetico, proprio di quegli immobili che già non si trovino in una classe energetica elevata. Pertanto la ratio sottesa ad una siffatta normativa verrebbe probabilmente disattesa dai concreti risultati in tema di efficientamento energetico.
Vaccinazioni e forze dell’ordine
Ma se il settore immobiliare va nella possibile direzione di una restrizione dei diritti, ovviamente non è esente da tale trend in primis la materia collegata allo stato d’emergenza.
Già l’averlo prorogato (a prescindere dalla questione della legittimità o meno di un tale provvedimento) è evidente espressione di una situazione, in cui i normali diritti sono quanto meno limitati.
Ora tocca alle forze dell’ordine e ai militari essere destinatari di un obbligo vaccinale, collegato alla sanzione di sospensione dal servizio e dallo stipendio.
In questo caso, peraltro la limitazione di alcuni fondamentali diritti, inerenti alla sfera lavorativa, si accompagna anche ad un pesante impatto, sia pur indiretto, sulla vita di tutti i cittadini.
Il concreto rispetto di alcuni diritti è da commisurare infatti alle risorse destinate alla loro attuazione.
In questo caso, sicuramente diminuiscono le risorse destinate al comparto sicurezza, che dovrebbe rappresentare un altro dei diritti fondamentali che uno Stato di diritto garantisce.
Ma non pare che questa sia stata la principale preoccupazione. E la questione sanità, a quanto pare, è considerata gerarchicamente prevalente. Rispetto ad altre esigenze diffuse, come appunto quanto va sotto la denominazione di sicurezza del cittadino. Ci domandiamo, in tal senso, quanti reati in meno saranno contrastati, a fronte dei calo di esponenti delle forze dell’ordine, che non si sottoporranno all’obbligo vaccinale.
Conclusioni
Seguendo uno schema evidenziato da taluni studiosi, possiamo considerare l’alternarsi di cicli caratterizzati da espansione e contrazione dei diritti del singolo.
Attualmente, non solo per motivi collegati alla pandemia, ci ritroviamo sicuramente in una fase di contrazione. Questo non comporta il passaggio ad una dittatura, ma sicuramente ad uno Stato maggiormente autoritario, questo sì.
In conclusione su “Cicli non solo dei mercati, ma anche della società”, non possiamo sapere a priori quanto durerà questa fase. Nè su quali altri settori andrà ad incidere, oltre quelli già attualmente interessati, come l’immobiliare, i diritti del lavoro, e quelli sanitari collegati alle scelte del singolo. Non resta che attendere eventuali sviluppi e valutare le prospettive che emergeranno nelle future normative, che potrebbero ulteriormente impattare su questo delicatissimo tema. Anche a prescindere dall’evoluzione della pandemia.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“