Col nuovo anno ecco quanto prenderanno di pensione anticipata INPS le donne che smettono di lavorare prima

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Abbandonare l’impiego anche solo con qualche anno di anticipo resta il sogno di molte lavoratrici. Ed è questo un desiderio che si riscontra per lo più fra i contribuenti di sesso femminile non certo per puro caso. Come ben sappiamo è sulle donne che ricade il peso maggiore delle fatiche domestiche. E oltre al lavoro casalingo di pulizia e riordino si aggiunge spesso anche la cura dei figli.

Alle 8 ore di impegno professionale si sommano pertanto quelle da destinare alla pulizia degli ambienti domestici e alla preparazione dei pasti. Dopo i 50 anni quindi si inizia ad a sentire tutta la fatica di questo doppio impegno e a desiderare il pensionamento. D’altro canto è utile sapere di quanto aumentano gli assegni delle pensioni INPS con 2 o 3 anni in più di lavoro. È importante infatti fare i conti con gli importi pensionistici per non rischiare di perdere somme di denaro significative. Si tenga infatti conto che chi anticipa il pensionamento da 1 a 5 anni subisce questi tagli sul rateo mensile.

Ma ciò non accade sempre e molto dipende anche dalla storia contributiva di chi richiede l’anticipo pensionistico. Ad esempio col nuovo anno ecco quanto prenderanno di pensione anticipata INPS le donne che smettono di lavorare prima. E per far ciò conviene partire da quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi. Pertanto più che parlare di tagli sarebbe più corretto sottolineare che l’ammontare dei ratei previdenziali dipende dall’anzianità contributiva. Quanto più lunga è la carriera lavorativa tanto più aumenterà il montante contributivo dell’aspirante pensionato. Non a caso alcuni lavoratori ricorrono al versamento volontario dell’assicurazione previdenziale. Molto conta anche il sistema di calcolo previdenziale che si applica in riferimento alla copertura contributiva che il lavoratore matura fino all’età pensionabile.

Col nuovo anno ecco quanto prenderanno di pensione anticipata INPS le donne che smettono di lavorare prima

Con buona sorte dei pensionati dal prossimo anno ci saranno degli aumenti sugli importi mensili spettanti. Tale incremento interesserà in modo particolare i contribuenti che percepiscono assegni meno consistenti. Sarà pari all1,7% il tasso di rivalutazione da applicare alle pensione con l’adeguamento all’inflazione. Si tratta tuttavia di dati provvisori perché solo all’inizio del 2023 si potrà individuare un valore definitivo.

Di qui le novità relative all’ammontare dei diversi trattamenti pensionistici e fra essi anche quello relativo agli anticipi pensionistici. A seguito della rivalutazione infatti sono cambiate anche le soglie minime per accedere alle pensioni contributive. Ad esempio l’importo delle pensioni di vecchiaia dovrà essere almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale. E anche per accedere alla pensione anticipata si dovrà raggiungere l’importo minimo di 1.310,69 euro. Il che equivale a dire che gli assegni previdenziali mensili di chi richiede il prepensionamento non saranno inferiori a tale somma.