Dopo quasi due anni dallo scoppio dell’emergenza pandemica per Covid 19 le procedure per tracciamento dei contatti, la quarantena e i test diagnostici sono cambiate e si sono evolute diverse volte. La normativa è stata aggiornata così spesso, per rispondere alle esigenze dell’emergenza, che per molti potrebbe essere oggi difficile avere un quadro chiaro della situazione.
Come ci si deve comportare in caso di contatto con un positivo? Qual è la procedura attualmente valida e in vigore? Cosa si intende per contatto stretto, ad alto rischio e a basso rischio? È possibile evitare di doversi rinchiudere in casa?
Nell’articolo di approfondimento di oggi abbiamo raccolto tutti i riferimenti necessari; dunque, ecco cosa prevede la normativa attuale per evitare 14 giorni di quarantena dopo il contatto con un positivo.
Le norme in vigore a novembre 2021
Anzitutto, bisogna capire qual è la definizione di contatto. Si tratta di una qualsiasi persona che si è trovata esposta a qualcuno che probabilmente o sicuramente era affetto da Codiv 19. L’esposizione deve essere avvenuta entro 48 ore dalla prima insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo.
Se il positivo con cui si è entrati in contatto non manifesta sintomi, questa tempistica cambia in base al momento in cui è stato raccolto il campione per un esame diagnostico. Può essere un tampone molecolare o un antigenico rapido, ma non il sierologico, che serve invece più per una valutazione epidemiologica generale all’interno di una comunità che per un’effettiva diagnosi.
Altra definizione da considerare è quella di contatto stretto, a basso rischio e ad alto rischio. Sul sito del Ministero della Salute sono specificate in maniera molto chiara tutte le fattispecie che servono a definire la situazione caso per caso. Gli operatori sanitari possono valutare loro stessi il tipo di esposizione e decidere altrimenti dalle linee guida.
Ecco cosa prevede la normativa attuale per evitare 14 giorni di quarantena dopo il contatto con un positivo
Per prevenire qualsiasi tipo di diffusione incontrollata del contagio virgola non è possibile evitare completamente la quarantena. Il periodo di isolamento fiduciario previsto dal governo è di 14 giorni, in linea con quanto deciso anche a livello internazionale.
L’unica cosa che può consentire di ridurre i giorni di quarantena è il tampone con esito negativo. Nel caso in cui si sia completato l’obbligo vaccinale, ci si può sottoporre a tampone di controllo sia antigienico che molecolare dopo 7 giorni di isolamento fiduciario. Se invece non si è completamente vaccinati, questo termine passa a 10 giorni.
Solo in questa maniera è possibile ridurre il periodo di isolamento al di sotto dei 14 giorni previsti dal protocollo. Nel caso in cui i test diagnostici effettuati dopo 7 o 10 giorni di quarantena siano negativi, si potrà tornare serenamente a condurre la propria vita. Sul lavoro, il periodo di assenza può essere coperto da certificato medico.