Lo stacco del dividendo fa invertire al ribasso Banca Generali, ma la riscossa potrebbe essere molto vicina. Questo è il responso della settimana appena conclusasi.
Il 24 novembre Banca Generali ha distribuito il primo dividendo sugli utili 2019/2020 di 2,7 euro ad azione per un valore complessivo di 315 milioni di euro. A febbraio, l’istituto triestino 2022 staccherà una seconda cedola da 0,6 euro sugli utili portati a nuovo degli esercizi precedenti. Questo evento dimostra ancora una volta uno di principali punti di forza della società: un rendimento del dividendo che ha pochi eguali a Piazza Affari. Considerando le quotazioni alla chiusura del 19 novembre (lo stacco è stato il 22 novembre), il rendimento del dividendo distribuito è di poco superiore al 6,5%. Per i prossimi esercizi gli analisti stimano un rendimento superiore al 5%.
La sostenibilità di questo rendimento è garantita da ottimi dati societari come testimoniano i primi nove mesi del 2021. Come, già riportato in un precedente report, i primi tre trimestri del 2021 hanno mostrato numeri eccezionali battendo sempre le attese degli analisti e i risultati ottenuti nello stesso periodo dell’anno precedente.
D’altra parte dal momento della sua quotazione, il titolo Banca Generali è sempre salito e fatto meglio dei suoi competitors. Questo continuo salire, però, fa sì che qualunque sia l’indicatore utilizzato le azioni Banca Generali risultano essere sopravvalutate. Anzi, il valore dell’azienda in proporzione al fatturato della società, valutato a 4.51 volte le vendite societarie, è relativamente elevato.
Secondo gli analisti il giudizio medio sul titolo è accumulare con un prezzo obiettivo che esprime una sottovalutazione del 13,7% rispetto alle attuali quotazioni.
Lo stacco del dividendo fa invertire al ribasso Banca Generali, ma la riscossa potrebbe essere molto vicina: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Banca Generali (MIL:BGN) ha chiuso la seduta del 26 novembre a quota 35,86 euro in ribasso del 2,82% rispetto alla seduta precedente.
Time frame settimanale
La proiezione in corso è ribassista e la chiusura del 26 novembre ha confermato la rottura dell’importantissimo livello in area 37,39 euro (I obiettivo di prezzo). A questo punto lo scenario più probabile è quello che vede il raggiungimento del II obiettivo di prezzo in area 34,08 euro. La mancata tenuta di questo livello, poi, potrebbe vedere le quotazioni scendere fino al III obiettivo di prezzo in area 30,77 euro.
Per i rialzisti, invece, un’occasione di ripresa immediata arriverebbe da una chiusura settimanale superiore a 37,39 euro.