L’inflazione, o per meglio dire, la paura di una possibile stagflazione, è il primo dei problemi con i quali le economie internazionali potrebbero dover fare i conti nei prossimi mesi. Per questo motivo la domanda che serpeggia tra gli operatori riguarda più che altro le decisioni che prenderà nel prossimo futuro la FED. Difficilmente, infatti, la Banca centrale USA rialzerà i tassi nel 2022. Il motivo è semplice: troppo alto il pericolo di far deragliare una ripresa post Covid ancora troppo fragile e soprattutto ancora sotto lo schiaffo delle incognite dei contagi in fase di ripresa. Paradossalmente, però, proprio la pandemia ha costretto i Governi di tutto il mondo a mettere in atto misure di sostegno all’economia e ai consumatori, misure che spesso prevedevano l’iniezione di grandi quantitativi di liquidità. Una vera e propria miccia.
Sebbene sia stata definita transitoria da più parti, è indubbio che l’inflazione farà sentire la sua pressione presto e per molto tempo. Soprattutto per i piccoli risparmiatori. Da qui la domanda: sarà necessario creare un portafoglio investimenti che permetta di proteggersi contro il rischio dell’inflazione? Per riuscire a farlo, però, sarà necessario capire il nemico, in questo caso, l’andamento dei prezzi al consumo. Un primo assaggio si potrà avere già domani quando verranno pubblicati i dati dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, ad ottobre. In realtà un altro indizio arriva dall’andamento dell’oro. Il rialzo del metallo giallo è favorito anche da un biglietto verde più debole e, in parallelo, da un calo dei rendimenti statunitensi più bassi.
Sarà necessario creare un portafoglio investimenti che permetta di proteggersi contro il rischio dell’inflazione?
Guardando al passato, sebbene il problema dell’inflazione sia stato al centro dell’attenzione soprattutto tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 da più parti si fa notare che, statisticamente i periodi caratterizzati da un forte rialzo dell’indice dei prezzi al consumo sono relativamente brevi.
Il che potrebbe rappresentare un punto a favore delle parole pronunciate dai vertici FED in più occasioni. Non bisogna dimenticare, però, che quella attuale è un’inflazione figlia di un problema che non si è praticamente mai verificato nei tempi moderni: una pandemia che ha costretto ad una serie di lockdown a macchia di leopardo tutte le economie mondiali. Non solo, ma il concetto stesso di inflazione, attualmente, si sta intrecciando con un altro elemento: la crisi energetica. E qui si aprirà un altro fronte per gli analisti. E non solo.