L’Ascesa del Dragone
“É improbabile che la Cina possa essere immune alla flessione globale, ma ritengo che il governo cinese utilizzerà le sue grandi riserve e il suo sistema bancario per stimolare l’economia domestica, come ha già fatto nel 2009.”
Il 23 gennaio i cinesi di tutto il mondo hanno festeggiato l’inizio dell’anno del dragone secondo il Calendario Lunare. Nella cultura cinese il dragone è una creatura mitica di buon auspicio. E’ un simbolo di potere tale che gli imperatori erano considerati come i “figli del dragone” e molti cinesi si definiscono ancora “discendenti del dragone”.
Con la crisi del debito in Europa che continua e con le deboli prospettive economiche negli USA, molti credono che la stella dei “discendenti del dragone” abbia il potenziale di crescere ancora di più negli anni a venire. Si prevede che la crescita del PIL in Cina possa scendere a circa l’8,2% nel 2012, una percentuale comunque più alta rispetto a quella delle economie sviluppate.
A causa della flessione globale si prevede che le esportazioni potranno scendere nel 2012 e gli investitori sono preoccupati del potenziale impatto sulla Cina. Questo paese viene erroneamente percepito come un’economia principalmente spinta dalle esportazioni, questo non è vero; nel 2011 gli investimenti domestici e i consumi locali hanno contribuito, insieme, per 6.800 miliardi di $ USA alla crescita del Paese rispetto ai 2.100 miliardi di $ USA provenienti dalle esportazioni. Si prevede inoltre che l’esportazione di beni e servizi come percentuale del PIL scenderà dal 38% del 2007 ad uno stimato 28% nel 2012.
É improbabile che la Cina possa essere immune alla flessione globale, il governo cinese utilizzerà le sue grandi riserve e il suo sistema bancario per stimolare l’economia domestica, come ha già fatto nel 2009. Questa volta, lo stimolo potrebbe concentrarsi su:
1) Consumi; ulteriore riduzione delle tasse sul reddito personale, sussidi, prosecuzione dei finanziamenti sull’acquisto di macchine di piccole dimensioni e di elettrodomestici.
2) Infrastrutture; ripresa della costruzione della rete ferroviaria e delle centrali nucleari, investimenti nel sistema d’irrigazione e nella rete di energia elettrica.
3) Edilizia pubblica.
Non c’è nessuna garanzia che queste misure porteranno l’economia cinese a raggiungere i target di crescita del governo. Tutte le misure fino a qui dettagliate sono provvedimenti fiscali espansionistici temporanei.
Qualora le deboli economie USA ed europee dovessero continuare a gravare sulla crescita globale, il governo cinese potrebbe, comunque, dirsi soddisfatto nel poter vantare una, seppur lenta, crescita economica. Tuttavia, dal versante strutturale, vi sono ancora molte iniziative che il governo cinese può attuare per aumentare la produttività. Questo include, per esempio, più incentivi per gli investimenti, migliore protezione della proprietà intellettuale per incoraggiare maggiori innovazioni dei prodotti ed un’ulteriore privatizzazione dei settori di proprietà statale.
Molti investitori sono preoccupati dall’inflazione e dalle bolle immobiliari del Paese.
Nelle città di primo e secondo livello, l’attuale rapporto prezzo/rendimento ha un valore rispettivamente di 14x (cioè il prezzo di una casa è 14 volte il PIL pro capite) e 19x. Nelle città di terzo e quarto livello, l’attuale rapporto prezzo/rendimento è molto più ragionevole, ed è inferiore a 7x. Quest’ultime rappresentano la maggioranza delle transazioni immobiliari totali in Cina.
Detto questo, riteniamo che il prezzo immobiliare medio per l’intera Cina possa subire una correzione di circa il 20%. Consapevoli del rischio, non riteniamo che queste dinamiche possano determinare un effetto a catena su tutto il mercato ipotecario.
In realtà, i prezzi immobiliari a Pechino e Shanghai sono gli stessi di altre importanti città asiatiche. Così come accade per grandi città quali Manhattan e Londra, Shanghai e Pechino attraggono verso il proprio mercato immobiliare famiglie benestanti da tutto il paese: il mercato dunque non è un mercato costituito da residenti locali ma coinvolge gli abitanti dell’intero Paese. Quindi, anche se dovesse verificarsi un cambiamento di breve periodo, la domanda immobiliare in questi mercati potrà rimanere elevata.
Il 2012 segnerà la consacrazione della leadership al livello mondiale per l’economia cinese. I leader cinesi avranno le capacità organizzative e le “armi” politiche in grado di aiutare il paese a continuare a sostenere uno dei più alti tassi di crescita del PIL del mondo. Un vantaggio del sistema mono-partitico è la capacità di avere una pianificazione di lungo periodo e una continuità politica anche in cicli di mercato più impegnativi.
Il renminbi continuerà ad essere quotato a cambio fisso. Tuttavia se le economie dovessero essere maggiormente impattate dalla più lenta crescita del paese, il rischio del protezionismo commerciale potrebbe essere concreto. Alcuni dei principali timori sono concentrati anche verso la crescente disuguaglianza dei redditi e l’invecchiamento della popolazione in età da forza lavoro del Paese. Queste stesse problematiche coinvolgono non solo la Cina ma una serie di paesi in tutto il mondo.
Nell’anno del Dragone, la Cina potrebbe incontrare delle difficoltà con effetti collaterali che saranno probabilmente avvertiti da paesi dipendenti dalle commodities quali ferro e carbone. É infatti probabile che la crescita degli investimenti fissi in asset rallenterà dal 23%, nel 2011, al 17% nel 2012 e che le economie molto dipendenti dalle commodities come Brasile, Russia e Australia possano essere colpite negativamente.
Ma credo che questa eventualità non si andrà a concretizzare…e di conseguenza…avremo un GRANDE motore per la crescita! Acccccc volevo parlare dei mercati Asiatici…ma ormai è tardi,e devo portare l’articolo a Proiezionidiborsa.
Buona Domenica.
Sempre a disposizione.
Carlo Pezzini
ing@carlopezzini.com