Il nostro linguaggio espressivo dice molto di ciò che siamo. Il linguaggio rivela tutte le nostre peculiarità caratteriali. Il modo di approcciarci con il mondo, infatti, rivela anche il modo in cui noi stessi ci vediamo all’interno di esso. Oggi, quindi, scopriremo insieme come riconoscere le caratteristiche del linguaggio e capire di più sul nostro ruolo con gli altri.
Scoprire che persone siamo in base al nostro tipo di linguaggio e capire come migliorarlo
Prenderemo come riferimento tre tipi di linguaggio in cui possiamo riconoscerci, vediamo quali. Partiamo dunque dal linguaggio passivo, il tipo, cioè, che viene utilizzato quando si tenta in tutti i modi di assecondare i desideri degli altri per non dispiacerli.
Il polo opposto al linguaggio passivo, è invece il linguaggio aggressivo. Una persona con un linguaggio aggressivo, al contrario, è quel tipo di persona che cerca di assecondare in tutti i modi i propri desideri. Non si tratta di narcisismo, di cui abbiamo già parlato in un altro articolo, bensì di una forma di “amor proprio” che ci spinge ad assumere certi comportamenti per assecondare i nostri bisogni e desideri, anche in maniera aggressiva.
La via di mezzo tra i due, molto poco conosciuta, è il linguaggio assertivo. Che tipo di linguaggio è il linguaggio assertivo? Essere persone assertive significa saper far valere e rispettare i propri bisogni e le proprie opinioni, senza però sopraffare o farsi sopraffare dagli altri. Questo si basa, infatti, sia sul rispetto di sé e degli altri, che sulla comprensione e l’ascolto. Una perfetta via di mezzo tra il proprio punto di vista e quello altrui.
Alcuni consigli per allenare la nostra mente all’assertività
Scoprire che persone siamo in base al nostro tipo di linguaggio e capire come migliorarlo è un punto di partenza fondamentale per comprendere meglio il rapporto con gli altri. Degli ottimi suggerimenti arrivano direttamente dal dottor Andrew Salter, famosissimo psichiatra statunitense, che ha indicato come allenare la mente a un linguaggio assertivo.
In primo luogo, bisognerebbe focalizzarsi sui sentimenti e le emozioni e far capire agli altri proprio tramite linguaggio ciò che ci fa stare bene e ciò che ci fa stare male. Ad esempio, potremmo impostare un dialogo dicendo “questo comportamento mi fa stare male…”, ponendo le basi per un rapporto sano.
Seconda cosa essenziale è quella di autoregolare e imparare a coordinare la mimica facciale con le nostre intenzioni ed emozioni. Esprimere ciò che si prova anche con il corpo è necessario per farsi capire durante la comunicazione.
Parlare in prima persona rende i toni più pacati e diplomatici. Invece di improntare un discorso come se fosse un attacco, come ad esempio “tu hai sbagliato”, potremmo usare la formula in prima persona, come, ad esempio, “io penso che questa azione sia sbagliata”.
Ultimo consiglio, imparare a parlare di sé in maniera positiva, riconoscere i propri meriti e le proprie vittorie, senza metri di paragone, dunque senza screditare gli altri. Ciò che ci rende merito non necessariamente deve abbassare il valore di qualcun altro.
Ecco, quindi, i punti di partenza per riflettere sul proprio linguaggio e qualche consiglio per correggerlo e diventare persone assertive. Avere una buona consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda, non potrà far altro che farci bene!