Blocco degli sfratti al 31 dicembre solo in questi casi, con grave danno ai proprietari

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La ripresa della normalità sta arrivando anche in tema di blocco degli sfratti, sia pure non per tutti. Le procedure esecutive, infatti, stanno riprendendo, anche se in tempi diversi a seconda dei casi.

Il Decreto Sostegni aveva concesso una proroga agli sfratti con scadenza 30 giugno. Così è stata prevista una doppia proroga, diversa a seconda di quando lo sfratto è divenuto esecutivo (provvedimento di rilascio).

Le date da tenere a mente sono pertanto le seguenti:

  • per i provvedimenti di rilascio adottati tra il 28 febbraio 2020 e il 30 settembre 2020, le esecuzioni ripartiranno dal prossimo 1° ottobre;
  • invece, per i provvedimenti di rilascio adottati tra il 1° ottobre 2020 e il 30 giugno 2021, il blocco degli sfratti si avrà fino al 31 dicembre.

Come si vede, dunque, c’è il blocco degli sfratti al 31 dicembre solo in questi casi, con grave danno ai proprietari di case.

Infine, per le morosità sorte prima della pandemia, cioè prima di febbraio 2020, le esecuzioni sono riprese dallo scorso 1° luglio.

I dubbi di costituzionalità in merito al blocco degli sfratti

In questi mesi non sono mancate le richieste avanzate alla Corte Costituzionale di pronunciarsi in merito al blocco degli sfratti.

Alcuni Tribunali, infatti, hanno sollevato dubbi di costituzionalità sulla sospensione indiscriminata della liberazione degli immobili. Anche per quelli il cui sfratto era stato convalidato prima della pandemia, ma non eseguito per inadempimento dell’affittuario.

In questi casi, infatti, non si vede alcun nesso tra morosità e pandemia. Mentre è più ravvisabile la non volontà a lasciare un immobile per il quale non si paga l’affitto da tempo.

La posizione dei proprietari

Ancora più pronunciata, invece, la posizione dei proprietari di casa che lamentano, senza mezzi termini, la beffa.

Da un lato, ritrovarsi proprietari di un immobile di cui in realtà non possono disporre. Su questo punto, abbiamo già visto qual è la metratura perfetta di un appartamento uso investimento.

Dall’altro, sopportare il peso (quasi intero) dei costi legati all’immobile senza i  mancati guadagni dell’affitto. Si pensi al caso della seconda casa frutto di anni di risparmi nella speranza di garantirsi una futura integrazione del reddito.

Infine, la vaga sensazione di considerare, sempre e a prescindere, i proprietari di casa dei privilegiati. Forse, proseguono, sarebbe stato meglio procedere caso per caso, evitando le soluzioni nette e generalizzate.

Blocco degli sfratti al 31 dicembre solo in questi casi, con grave danno ai proprietari

In un comunicato dei primi di maggio, Confedilizia auspicava uno sblocco integrale, immediato e senza scaglioni degli sfratti. Riteneva quel blocco un abuso, in quanto congela un diritto (il rientro nel possesso del proprio bene) sancito dal giudice.

Oltretutto, considerati i tempi lunghi della Giustizia italiana, quelle sentenze arrivano dopo mesi o anni di attese. Il blocco degli sfratti, quindi, ha inevitabilmente ricompreso anche casi di morosità che con la pandemia hanno poco o nulla da dividere.

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