Quando il titolare di una prestazione di tipo previdenziale o assistenziale subisce un atto di riscossione crediti, deve sapere che esistono dei limiti impignorabili. Secondo quanto stabilisce l’attuale normativa, l’azione esecutiva del Fisco può svolgersi entro determinati margini sui soldi che arrivano direttamente sul conto corrente del risparmiatore. Pochi sanno che l’Agenzia delle Entrate non può assolutamente pignorare questi soldi sul conto corrente dei pensionati. Vediamo allora di cosa si tratta.
Come funziona il pignoramento dei pagamenti che il pensionato riceve
Ritrovarsi a dover pagare un debito al Fisco comporta una certa tensione nell’interessato in quanto non sempre si conoscono bene i limiti alla pignorabilità. Nel caso delle pensioni, esistono alcuni particolari tipologie di trattamento economico che l’Agenzia delle Entrate non può mai aggredire. Non si tratta esclusivamente di limiti alla pignorabilità, ossia della percentuale dell’assegno mensile che è possibile riscuotere per pagare i debiti. Alcune prestazioni si potrebbe dire che sono completamente “intoccabili” in quanto rientrano tra i crediti impignorabili come stabilisce l’articolo 545 del codice di procedura civile.
Tale sezione del diritto stabilisce quali siano le condizioni ammissibili alla pignorabilità che è possibile individuare anche nel caso di un lavoratore stipendiato. Abbiamo fornito un esempio nell’articolo “Ecco perché l’Agenzia delle Entrate non può mai pignorare lo stipendio in questi casi”. Relativamente alle pensioni, vediamo quali sono gli importi che il Fisco non ha la possibilità di aggredire.
L’Agenzia delle Entrate non può assolutamente pignorare questi soldi sul conto corrente dei pensionati
Un primo aspetto da porre in analisi riguarda il limite alla pignorabilità fissato per quest’anno. Nella generalità dei casi, la parte pignorabile della pensione varia da un quinto ad un settimo o un decimo relativamente all’importo mensile che si riceve. Questo accade nel caso in cui sia l’Agenzia delle Entrate Riscossione ad avanzare il diritto di credito. Ciononostante, la legge stabilisce che determinate quote di pensione o pagamenti sono impignorabili. Una di queste quote è quella che garantisce il minimo vitale al pensionato. Tale importo nel 2021 corrisponde a 690,42 euro. Anche per i risparmi derivanti dalla pensione il limite alla pignorabilità prevede di non superare di 3 volte l’importo dell’assegno sociale. Il pignoramento dei depositi sul libretto postale, invece, segue altrettante regole stabilite.
Nel caso delle pensioni di tipo assistenziale, la situazione cambia radicalmente. Come dice lo stesso termine, tali provvidenze sono di natura “assistenziale”, quindi vanno a sostenere una situazione di difficoltà o disagio particolare. Esempi tipici di simili indennità sono le pensioni di invalidità o di inabilità civile, l’assegno di accompagnamento e la pensione sociale INPS. Il pignoramento a tutti questi sussidi non è possibile in quanto essi servono a garantire il minimo vitale e a sostenere particolari condizioni di vita.
Approfondimento
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