Dall’ultimo report INPS si traggono dati interessanti in merito alla spesa previdenziale targata Quota 100. Si tratta della forma pensionistica anticipata che lavoratori autonomi e dipendenti possono richiedere tra il 1° gennaio 2019 e il prossimo 31 dicembre.
In sintesi, essa permette di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi, quindi prima dei 67 anni previsti dalla Legge Fornero. Tuttavia, questa forma di pensione anticipata non ci sarà più dal prossimo 1° gennaio 2022.
Ecco perché è iniziato un conto alla rovescia per la riforma delle pensioni anticipate, con ipotesi di uscita anche a 62 anni.
I dati del report INPS relativi a Quota 100
Dal report si scorge che, fino allo scorso 31 agosto, l’Ente di Previdenza aveva accolto 341.128 domande di Quota 100, su 433.202 presentate. La spesa previdenziale finora sostenuta è stata pari a 11,6 miliardi di euro, mentre saliranno a 18,8 miliardi se proiettati fino al 2030.
Passiamo adesso all’analisi delle categorie di lavoratori andati in pensione con questa formula. I lavoratori dipendenti sono stati in tutto 273.519 unità, pari all’80,18% delle domande accolte. Di essi, 166.282 lavoratori erano del settore privato (60,79%) e 107.237 del settore pubblico (39,21%).
Infine, gli autonomi andati in pensione con Quota 100 sono stati solo 67.609, praticamente la minoranza sul totale.
Si potrebbe pensare che il peso tra dipendenti pubblici e privati “quotisti” sia ripartito quasi a metà. Sarebbe una conclusione fuorviante.
I lavoratori pubblici, infatti, rappresentano all’incirca il 15% del totale occupati. Quindi il loro peso sul totale dei pensionati con Quota 100 è più inciso. Dunque, sono questi i lavoratori più penalizzati dalla fine di Quota 100 che sperano nella proroga.
Uno sguardo all’assegno lordo annuo dei neo pensionati con Quota 100
Passando all’analisi di genere, il 69,3% di chi è uscito dal mondo del lavoro con questa misura, è uomo, il resto (30,7%) donna.
L’importo lordo medio erogato, invece, è stato pari a 25.663 euro.
Scendendo nel dettaglio degli importi, invece, si scopre chi percepisce l’assegno lordo annuo più ricco e quello più basso. Esso è infatti pari a 17.983 euro per gli autonomi, 27.237 euro per i dipendenti privati e infine 28.064 euro per quelli pubblici.
Sono questi i lavoratori più penalizzati dalla fine di Quota 100 che sperano nella proroga
Vediamo infine a quali età anagrafiche sono andati in pensione i percettori di questa misura previdenziale.
Sono 151.849 i lavoratori quotisti andati in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi. Altri 3.759 non li avevano ancora compiuti: per i professori del settore pubblico, infatti, la scadenza è il 1° settembre, anche se non hanno compiuto gli anni.
Altri 69.297 percettori hanno abbandonato il lavoro a 63 anni di età, mentre sono 55.091 i beneficiari che ne avevano 64. All’aumentare dell’età, diminuiscono anche i quotisti. Infatti 41.780 di essi sono andati in pensione con 65 anni di età, e 19.352 hanno utilizzato la misura compiuti i 66 anni.
Approfondimento
Ecco come la pensione dei lavoratori ingrana il turbo nel lungo periodo.