Il pioglitazone è un principio attivo appartenente alla classe dei tiazolidindioni. Si trova in farmaci che stanno diventando sempre più noti alla maggior parte delle persone. Ed è conosciuto e usato soprattutto per la cura di coloro che soffrono di diabete mellito di tipo 2. Si tratta di un medicinale che, effettivamente, ormai è in commercio da qualche anno ma che non ha mai convinto del tutto alcuni studiosi. In tanti, infatti, hanno tentato di studiarne gli effetti collaterali. E, se le conseguenze positive della sua assunzione sono visibili agli occhi di tutti, quelle negative sono ancora da scoprire.
Attenzione a questo farmaco sempre più comune che potrebbe aumentare il rischio di tumore
I pareri su questo principio attivo sono ancora fortemente discordanti. Infatti, molti sono convinti della sua pericolosità in ambito di tumori. Altri, invece, affermano fortemente che abbia per lo più benefici per i pazienti. Per quanto riguarda il primo caso, c’è una ricerca che sostiene questa tesi. Gli scienziati hanno studiato gli effetti di un farmaco contenente pioglitazone, notando che un uso importante di questo principio poteva aumentare il rischio di contrarre il cancro al pancreas del 41%. Perciò, sostengono in modo fermo di fare attenzione a questo farmaco sempre più comune che potrebbe aumentare il rischio di tumore.
Ma non tutti i pareri sono concordi e alcuni non trovano una correlazione tra diversi tipi di tumore e pioglitazone
Nonostante la ricerca appena citata, in tanti scienziati non si trovano assolutamente d’accordo. Ed è per questo che nel titolo troviamo un condizionale che sottolinea la possibilità ancora non del tutto certa di prendere il farmaco e correre un rischio in più. Infatti, diversi esperti si sono piuttosto dissociati dagli studi che sottolineano la pericolosità di questo farmaco. Altri, invece, ne evidenziano gli effetti, come quelli che hanno condotto la ricerca sopracitata. Molti Paesi hanno già deciso di togliere dalla circolazione il pioglitazone, altri invece lo stanno ancora accettando. Sicuramente dovremo aspettare ancora un po’ per capire se, effettivamente, questa correlazione è così forte da dover stare alla larga da questo farmaco. Nuove ricerche ci daranno risposte più concrete.
Approfondimento
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