I mercati azionari, soprattutto a stelle e strisce, hanno registrato negli ultimi mesi, un’iniezione apparentemente infinita di ottimismo. Ottimismo che non sembra essersi fermato nemmeno di fronte alla politica criptica della FED. Infatti la Banca centrale USA, ormai da un anno, ha sostituito il suo celeberrimo target di inflazione, al di sotto del 2%, con un più generico obiettivo definito dall’inflazione media. Era l’agosto del 2020 quando ciò avveniva, ma già da allora in molti capirono che si trattava di un cambio di rotta decisivo. Unica certezza, il fatto che il costo della vita e il fattore prezzi sarebbero restati sempre e comunque centrali nelle decisioni della FED.
Fin quando e dove la FED spingerà i listini azionari americani secondo gli esperti?
Adesso, però, di fronte ad un’inflazione che è innegabilmente in salita e di fronte ad una pandemia che è altrettanto innegabilmente in fase di ritorno, fin quando e dove la FED spingerà i listini azionari americani secondo gli esperti?
L’analisi della situazione non può prescindere anche da un altro fattore: Wall Street chiude il sesto mese di rialzo consecutivo e inizia il mese di agosto anch’esso in positivo. Il che fa pensare che l’atteggiamento della FED continuerà. Si tratta, in definitiva, di una politica consapevole dei rischi presenti sull’economia, in primis dell’inflazione in aumento ma destinata a rientrare, secondo le previsioni dei vertici FED. Ma, parallelamente, anche delle potenzialità di crescita già in atto. In questo caso si può guardare sia al PIL, anch’esso in crescita, sebbene meno del previsto, sia al mondo del lavoro. Ovviamente Covid permettendo.
Resterà alta, infatti, l’attenzione verso l’evolversi della pandemia e il ritorno dei contagi. Inoltre a dare manforte alle interpretazioni ottimistiche delle parole di Jerome Powell, numero uno della FED, anche la view di UBS. Si tratta, infatti, di una posizione positiva su diversi settori dell’azionario e che prevede un S&P 500 a 4.650 per la metà del 2022.