Quest’applicazione utilizzata da tutti deve essere disinstallata appena possibile perché è un pericoloso spyware

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Chi utilizza il Pc in modo un po’ più professionale ma senza specifiche necessità avrà sicuramente utilizzato o sentito nominare un programma famosissimo e open source. Si tratta di Audacity, diffusissima applicazione di editing audio, diventata nota proprio grazie alla sua natura gratuita e aperta. Un progetto che ha avuto sempre consensi molto ampi, soprattutto nella community del free and open software.

Audacity ha avuto sempre grandi plausi anche perché, proprio per la sua natura di programma aperto, era sempre stato a difesa della privacy degli utenti. Ebbene, gli ultimi aggiornamenti del programma stanno generando un acceso dibattito nell’ambiente perché quest’applicazione utilizzata da tutti deve essere disinstallata appena possibile perché è un pericoloso spyware .

La storia finora

Tutto ha avuto inizio quando, nel mese di maggio, Muse Group ha acquisito il programma. La società si occupa tra le altre cose anche di Ultimate Guitar, Muse Score e Tone Bridge. Di fatto, l’acquisizione ha comportato un drastico cambiamento nelle privacy policy del programma. Secondo un rapporto, infatti, Audacity avrebbe iniziato a raccogliere dati dai suoi utenti. E quindi a condividerli con molti altri soggetti che apparentemente non c’entrano nulla con il programma.

Proprio sulle pagine di supporto online del noto programma di editing audio, che possono essere visionate integralmente cliccando su questo link, si può apprendere di più sulla faccenda. Audacity ad oggi infatti raccoglie tantissime informazioni sui suoi utenti. Ovvero sistema operativo e versione, indirizzo IP – e di conseguenza il Paese di provenienza dell’utente, rapporti sugli arresti anomali, processore in uso. E perfino codici e messaggi di errore non fatali.

Quest’applicazione utilizzata da tutti deve essere disinstallata appena possibile perché è un pericoloso spyware

La ragione di questa raccolta dati, per l’azienda, sta nella necessità di “applicazione della legge, i contenziosi e le richieste delle autorità (se presenti)”. Ma non viene spiegato quali sono i dati che possono essere estrapolati e inviati. Quello che è invece chiaro, perché è l’azienda stessa a dirlo, è che questi dati sono appunto condivisi con i Paesi dello Spazio Economico Europeo, con la Russia, gli USA e perfino con altre aziende definite “potenziali acquirenti”.

Le alternative anche sulla piazza dell’open source non mancano di certo: ora spetta ai Lettori decidere se continuare a utilizzare questo software o cercarne un altro che possa sostituirlo efficacemente.