L’Europa non esiste

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Intervista a Gianluca Braguzzi Gestore di Fondi Ecoeconomia

Vediamo di dimostrare con 3 semplici valutazioni perché l’Europa non esiste e l’italia deve quanto prima uscirne .
I presupposti per una moneta unica sono:

1 Eguaglianza dei tassi di interesse: come si può parlare di moneta “unica” se poi ogni paese deve fare i conti con tassi di interesse diversi sia per le emissioni pubbliche e ancora di più per i gli interessi che il sistema bancario applica alle aziende ed alle famiglie che necessitano di credito? Come può un imprenditore italiano al quale il riferimento al tanto decantato tasso della BCE rimane pura utopia e paga dal 4/5% in su con un imprenditore tedesco che ha tassi effettivamente collegati a quello BCE intorno al l1/2%.?

2 Debito condiviso: se un ‘unione di stati viaggia con la stessa moneta e chiede ad ogni membro di adeguarsi a direttive precise è normale che in cambio le emissioni di debito, per quanto ponderate in base a criteri oggettivi, siano centralizzate e dunque a tasso unico per tutti i paesi.

Come può lo stato italiano reggere la competizione e, soprattutto, rispettare parametri uguali per tutti, con uno spread che ora, ad acque chete, è comunque di circa 200 punti?

3 Da sempre nell’economia tra nazioni il rapporto tra le valute regola le forze in campo e in particolare le potenzialità di consumo di prodotti o servizi stranieri. Da sempre le nazioni più deboli hanno avuto nella svalutazione della propria moneta un potente strumento di rianimazione delle proprie economie. Certo, una moneta svalutata comporta sacrifici in termini di acquisto di materie prime ma visti i prezzi soggetti a forti oscillazioni di queste utlime, che prescindono dalle dinamiche delle singole valute (abbiamo realizzato uno studio in merito che lo dimostra statisticamente e stabilmente nel tempo) questa dinamica non andrebbe più di tanto ad impattare sui costi di produiuzione delle, per la verità ormai poche, industrie italiane che abbisognano di materie prime.
Una moneta svalutata quale sabebbe certamente la lira andrebbe invece ad impattare sui consumi delle famiglie che dovrebbero, almeno in una prima fase, ridimensionarsi e tornare a comprare principalmente beni domestici e e magari visto il rialzo dei tassi: risparmiare.Effetti negativi a parte qualche vanesia vanteria in meno? Nessuno!

E’ vero l’euro ci ha consentito di avere un sacco di macchinoni tedeschi da utilizzare rigorosamente anche per spostamenti di poche centinaia di metri, abbandonare quasi totalmente treni e pulmann, di possedere un cellulare e più a testa e tanti piccoli e grandi lussi maturati nell’ultimo decennio.

E altrettanto vero però che dopo questo decennio e più di euro sperperi ci restano una certezza e un dubbio:

CERTEZZA: che la maggior parte degli italiani questo tenore di vita non se lo può più permettere, ovvero che questa crescita è stata insostenibile e ci lascia in eredità un paese la cui econiomia sta crollando e in cui la diisoccupazione aumenta a ritmi ormai incontrollabili.E senza una ripresa occupazionale nessun ciclo economico può ripartire.

DUBBIO: se fossimo rimasti con la nostra svalutata (magari più volte) liretta forse avremmo visto in giro meno macchinoni. Come minimo certamente la crescita(dei consumi) sarebbe stata più lenta ma chissà, invece che in una crisi che ad oggi appare senza sbocchi, ci ritroveremmo in un Italia di gente coi piedi piantati a terra e che soprattutto può vivere dignitosamente del proprio lavoro…e non ultimo, tanto più d’estate avere la penisola invasa da turisti stranieri attratti dal cambio favorevole…con tutto l’indotto che ciò ha portato per decenni ed ora , grazie all’euro non più!