L’incredibile magia degli algoritmi che forse ci ha resi dipendenti

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Li conosciamo bene e a volte ci salvano la vita; sono presenti ovunque noi siamo e spesso ci affidiamo a loro con grande fiducia. Forse persino troppa: questo dice uno studio del prestigioso Nature  sull’incredibile magia degli algoritmi che forse ci ha resi dipendenti.

Ma in che senso siamo diventati algoritmo dipendenti? È presto detto. Gli studiosi hanno chiesto a 1500 volontari di scegliere, di fronte a dei problemi, se avrebbero preferito affidarsi ad un algoritmo o ad una soluzione “umana”.

Mano a mano che la difficoltà dei problemi aumentava, sempre più volontari si affidavano con fiducia alle soluzioni suggerite dagli algoritmi. E più i problemi si facevano intensi, più la fiducia diventava cieca. Ma c’è una spiegazione.

L’incredibile magia degli algoritmi che forse ci ha resi dipendenti

Gli algoritmi sono sistemi costruiti per aiutarci a risolvere velocemente ed efficientemente problemi molto complessi. Si basano su dati e calcoli, e per questo arrivano a sembrare dotati di capacità incredibili. Per esempio quella di anticipare il futuro basandosi sulle statistiche e casistiche del passato.

Nella pratica, molti di noi ormai delegano talmente tanto potere decisionale agli algoritmi da aver perso alcune capacità mentali. L’esempio più ovvio è quello di un qualsiasi motore di ricerca. Se digitando una domanda ho qualsiasi risposta, rinuncerò al processo mentale di indagare da solo, e mi affiderò meno alla memoria.

Ma le applicazioni sono infinite. Le persone si buttano con fiducia in appuntamenti al buio generati da algoritmi, seguono ciecamente il navigatore, affidano le loro vite a piloti automatici, eccetera.

I rischi

Il rischio in questo eccesso di fiducia è lo stesso che si presenta di fronte ad un computer: l’algoritmo non è infatti qualcosa di vivo, saggio e senziente, ma uno strumento. Ed esattamente come il computer, fa quello che gli viene detto e basta. Ecco perché anche l’algoritmo più complesso, se viene “nutrito” con dati sbagliati o incompleti, fornisce risposte errate.

Da qui l’importanza di saper bilanciare l’elemento umano e di scegliere con attenzione, caso per caso, quanto fidarci degli algoritmi. Soprattutto in quelle tante materie che richiedono la flessibilità umana, come per esempio la medicina o la legge.

Se sapremo farlo e se non rinunceremo per pigrizia al nostro giudizio, gli algoritmi continueranno ad essere ottimi servi, invece di trasformarsi in cattivi padroni.