Le norme per andare in pensione cambiano continuamente. Ma ora cosa succederà per i futuri pensionati? Il Governo sta mettendo a punto un nuovo piano per evitare l’effetto scalone al termine di Quota 100. Ebbene una crisi di nervi ha colpito chi ha letto la proposta Quota 102. Infatti intorno all’agognata pensione si crea sempre un grande dibattito perché rappresenta un traguardo da raggiungere nella vita.
Cosa cambia dal 2022
Dal 2022 cambieranno tante cose: non ci sarà più Quota 100, l’Ape sociale e l’Opzione Donna. I lavoratori interessati ad andare in pensione restano alla finestra e vogliono capire di più. Attualmente i sindacati chiedono fermamente un intervento strutturale ma dai Palazzi che contano filtrano altre indiscrezioni. Perciò fare ipotesi è davvero azzardato.
Quota 102 è la strada maestra?
Le ultime voci circolate parlano di una Quota 102 per superare e mettere nel cassetto la sperimentazione di Quota 100. Però i lavoratori non ci stanno perché si tratterebbe di un pensionamento flessibile con 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi. C’è un però da non sottovalutare: gli anni di contribuzione non possono essere più di 2 figurativi, escludendo maternità, servizio militare, riscatti volontari. Logicamente salta subito all’occhio che questa proposta di riforma ha un criterio anagrafico peggiorativo.
Quanti soldi servono?
Fino ad ora abbiamo messo in evidenza le eventuali regole per andare in pensione con Quota 102. Ma la domanda che molti si stanno ponendo è questa: quanti soldi servono? Dunque dando spazio alla riforma Quota 102 lo Stato deve sborsare oltre 8 miliardi di euro.
Dalle casse asfittiche dello Stato uscirebbero tanti soldi per competenza e non per cassa. Con questa riforma 150mila persone ogni anno in media riuscirebbero a centrare la pensione oltre alle solite 350mila unità. Nonostante questi numeri importanti, una crisi di nervi ha colpito chi ha letto la proposta Quota 102 perché il criterio anagrafico è peggiorativo.