La Corte di Cassazione ancora una volta tutela in modo particolare il lavoratore. Con la recentissima ordinanza 277 del 2021 la Corte afferma che in questo caso il lavoratore prende lo stipendio da promozione senza essere promosso. Il caso si presenta più frequentemente di quanto non si creda. Spesso infatti i lavoratori sono di fatto adibiti a mansioni superiori a quelle che dovrebbero svolgere secondo il loro contratto ed inquadramento.
La novità di questo specifico caso
Non è una novità che al lavoratore spetti lo stipendio superiore se di fatto esercita mansioni più complesse di quelle per cui è stato assunto, ma la novità di questa pronuncia riguarda i dipendenti del settore pubblico.
Perché per i dipendenti pubblici può essere diverso
Anche in questo caso il lavoratore pubblico prende lo stipendio da promozione senza essere promosso. Solo che per affermarlo è stato necessario un intervento della Cassazione. Questo perché per i dipendenti pubblici esiste il Decreto Legislativo 165 del 2001. All’art. 52 questa normativa prevede che debba essere attivato uno specifico percorso ed una specifica richiesta perché il dipendente di un ente pubblico possa legittimamente esercitare mansioni superiori.
Il divieto di discriminazioni tra lavoratori
In questo modo si rischia una discriminazione tra diverse categorie di lavoratori. Nel settore privato il lavoratore riceve lo stipendio superiore se di fatto ha svolto compiti superiori. Il dipendente pubblico, invece, non prenderebbe lo stipendio superiore se prima non sono state attivate le procedure formali di cui all’art. 52 del Decreto Legislativo 165 del 2001.
La Corte riconosce il diritto allo stipendio maggiorato anche al dipendente pubblico
I Giudici della Cassazione affermano che il lavoratore ha sempre diritto a ricevere una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro svolto come previsto dall’art. 36 della Costituzione. Nel caso però del dipendente pubblico occorre che lo svolgimento delle mansioni superiori non sia avvenuto all’insaputa dell’ente pubblico per un comportamento organizzato e fraudolento del dipendente stesso. Occorre che l’ente pubblico abbia volontariamente destinato il lavoratore a mansioni superiori perché ciò serviva per una migliore organizzazione dell’attività stessa dell’ente.