Tutti abbiamo visto film in cui sono presenti i gladiatori. Alla fine dello scontro il combattente vincente si rivolge all’imperatore. Questi comunica la sua decisione alzando il pollice o rivolgendolo verso terra. Il pollice in su significa che il perdente andrà risparmiato.
Quello in giù invece che lo sconfitto dovrà morire. Abbiamo visto questa scena così tante volte al cinema da credere che questo fosse il vero gesto usato in antichità. Non è però così. Ecco svelata una falsità sull’Antica Roma che tutti credono sia vera a causa dei film.
Il gesto degli imperatori
Una cosa è certa: gli imperatori usavano il pollice per comunicare la loro decisione. Sono infatti molti gli scritti dell’epoca che ci danno questa notizia. Gli studiosi però hanno sempre avuto difficoltà a interpretare con precisione il tipo di gesto descritto. Non era quindi chiaro cosa il pollice rivolto in alto significasse veramente.
L’idea del pollice verso come condanna verso il gladiatore sconfitto ci è passata tramite l’arte e il cinema. Famosissimo è il quadro ottocentesco Pollice verso in cui alcune vestali mostrano proprio il pollice in giù. L’idea è poi passata al cinema, con scene indimenticabili come quelle del film Il gladiatore.
La verità è molto diversa
La realtà è molto diversa e in pochi sanno che è ormai svelata una falsità sull’Antica Roma che tutti credono sia vera a causa dei film. Grazie a studi e ritrovamenti come quello del medaglione di Cavillargues si è capito che la realtà era diversa. Il pollice in su significava che il perdente andava ucciso. Perché? Il pollice rappresentava la spada. In questo modo l’imperatore chiedeva al vincitore di sfoderare la spada e dare il colpo di grazia.
Per salvare il gladiatore sconfitto l’imperatore mostrava invece un pugno chiuso. Il pollice nascondo nel pugno indicava la spada nel fodero. Ciò confermato dalla rappresentazione sul medaglione di Cavillargues. Nel reperto è rappresentata una lotta che finisce in pareggio e l’imperatore allunga un pugno chiuso.