Come liberarsi dai debiti verso il Fisco?

Fisco

Naturalmente, i debiti verso il Fisco inducono ad uno stato di stress perenne e di incertezza quotidiana. Pertanto, è bene sapere come liberarsi dai debiti verso il Fisco. Ossia conoscere le modalità percorribili per abbattere il debito e pagare con tutte le agevolazioni possibili.

Il primo strumento, più semplice, che consente di non pagare tutto subito, è la rateizzazione. Detto sistema consente di ottenere un vantaggio in termini di tempi in cui saldare il debito.

Poi, vi sono modalità che servono, invece, ad abbattere l’importo dovuto. Si pensi alla transazione fiscale e il saldo e stralcio nei casi di sovraindebitamento. Oppure all’accertamento con adesione.

Infine, abbiamo, la possibilità di impugnare l’atto di accertamento, mediante il ricorso al giudice tributario. Questa strada è percorribile allorquando vi siano gli estremi per ottenere l’annullamento dell’atto impositivo, notificato dall’Agenzia delle Entrate. Nella stessa sede c’è anche la sospensione del provvedimento lesivo, in attesa che il giudice si pronunci.

Il rimedio della rateizzazione del debito

Per dare una risposta a “come liberarsi dei debiti verso il Fisco”, partiamo dall’esame del primo: la rateizzazione del debito con l’Agenzia delle Entrate.

In tal caso, non è necessario attendere l’avviso di accertamento o la cartella di pagamento. Si può, infatti, chiedere la dilazione già al momento della comunicazione, anche bonaria, da parte dell’Agenzia. Chi vi aderisce, beneficerà di sanzioni ridotte rispetto all’ordinario 30% sulla maggiore imposta. Si pagherà, infatti, il 10% per le comunicazioni emesse a seguito di controllo automatico e il 20% per quelle derivanti dal controllo formale.

Le modalità di rateizzazione dipendono dall’importo dovuto, ossia: 1) fino a 5.000 euro, è possibile rateizzare la somma fino a 8 rate trimestrali di pari importo; 2) oltre 5.000 euro, la rateizzazione può essere concessa fino ad un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo.

Quando, però, il debito è già esecutivo, come nel caso della cartella di pagamento, si può ottenere una rateazione con Agenzia Entrate Riscossione. In questo caso, la dilazione dei pagamenti, può avvenire fino a 72 rate mensili di importo costante o variabile. Inoltre, si può arrivare fino a 120 rate, se si documenta e si fa valere la sussistenza di una grave e comprovata difficoltà economica.

Infine, si decade dal beneficio, in ipotesi di 5 rate, anche non consecutive, non pagate. In periodo Covid, si è arrivati fino a 10 rate non versate, nel periodo compreso tra l’8 marzo 2021 e il 31 dicembre 2021.

La rateizzazione si può cumulare anche con altri benefici come rottamazioni, saldi e stralci. Inoltre essa può riguardare sia debiti maturati sia quelli già scaduti.

L’accertamento con adesione

Altro rimedio è l’accertamento con adesione. Si tratta di un concordato concluso, in seguito all’avviso di accertamento, tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate.

Con esso, il primo rinuncia ad instaurare un contenzioso, accettando i rilievi mossi dall’ufficio, ottenendo di contro una riduzione delle sanzioni. Che può arrivare fino a un terzo del minimo edittale.

L’istanza può essere proposta anche prima dell’arrivo dell’avviso di accertamento, se c’è stato un controllo o una verifica fiscale. Anche in questo caso, sono consentiti i versamenti rateizzati, con le seguenti modalità: 1) fino a un massimo di 8 rate trimestrali, per somme complessive dovute entro i 50mila euro; 2) fino a 16 rate trimestrali per somme che superano i 50mila euro.

Il ricorso al giudice tributario

Terzo rimedio, come anticipato, è il ricorso al giudice tributario, per ottenere l’annullamento dell’atto impositivo. Esso va proposto entro 60 giorni. Decorrenti dalla data di notifica dell’atto da impugnare.