Tra incontri internazionali ed incertezze macroeconomiche e borsistiche, si è chiusa un’ottava all’insegna dell’attesa.
L’incertezza, tuttavia, non spaventa più di tanto l’analista tecnico, il quale, a ben vedere, prescinde nelle sue analisi da elementi che non siano riconducibili a movimenti di borsa ed elaborazioni algoritmiche.
L’analisi tecnica, quindi, come disciplina statistica, è in grado di determinare, con buona approssimazione, anche il probabile futuro dei movimenti valutari, ed in questa particolare fase, di dare una risposta alla domanda:
l’euro continuerà, e se si, con quali prospettive tecniche?
La scorsa settimana abbiamo già dedicato un articolo a tale tema, ma trattato soprattutto dal punto di vista politico ed istituzionale.
L’analisi tecnica pare non solo confermare le tesi di chi, dal punto di vista macroeconomico e politico, prevede che l’eurozona continuerà, ma anzi, depone a favore di un sensibile rafforzamento della valuta europea.
Vediamo perché.
Per la nostra analisi facciamo riferimento a grafici di lungo termine.
Sicuramente possiamo notare, partendo dal breve/medio termine, una situazione di sostanziale incertezza, come peraltro caratterizzata dalla configurazione del Trend e momentum, con fasce allargate a caratterizzare mancanza di una netta direzionalità.
Ma l’aspetto più rilevante, a nostro parere, proviene dall’analisi tecnica di lungo, che individua nel minimo, raggiunto il primo giugno, un potenziale e molto probabile minimo di lungo ed anzi, lunghissimo termine.
Come mai ci spingiamo a favore di una tesi decisamente impegnativa, a fronte delle incertezze del periodo attuale?
Proprio perché spesso l’analisi tecnica, come dicevamo, ha la facoltà di farci prevedere movimenti e future direzionalità, che altri strumenti non possono scorgere.
In particolare, va sottolineato come il bottom dianzi indicato coincida con il passaggio di due trend line supportive di lungo/lunghissimo termine, ed in particolare:
una prima trend line interseca i seguenti punti di svolta:
massimo di marzo 2000, massimo di luglio 2002, minimo di gennaio 2003, ed infine minimi di giugno 2010 e di giugno 2012.
Un elemento tecnico, quindi, di tutto rilievo.
La seconda trend line unisce i minimi di luglio 2001 e febbraio 2002 ed è andata, infine, a intersecare proprio il minimo recente del mese in corso.
Solitamente queste intersezioni determinano punti di svolta rilevanti, spesso top o bottom di lungo termine.
L’analisi tecnica depone quindi a favore di una ripresa di medio/lungo, mentre importanti segnali di conferma rialzista proverranno da un’uscita rialzista dall’attuale fase di lateralità, segnalata dal Trend e momentum.
Inoltre, sarà fondamentale che tale view venga confermata da un’automodifica mensile del Top or Bottom e da uno swing rialzista settimanale e poi mensile del PdB Tecniche di Breakout.