Il panorama editoriale è stato recentemente scosso dal nuovo attesissimo romanzo di Don DeLillo, “Il silenzio”. Per chi non sapesse di chi parliamo, si tratta di un autore americano che ogni anno, da qualche tempo, è in lizza per il Nobel.
Per farci un’idea ancora più accurata, citiamo l’ultima battuta di un’intervista rilasciata a Fernanda Pivano nel 2000. Alla domanda della Pivano “Qual è il tema centrale della tua opera?”, DeLillo risponde: “Il tema della mia opera è che viviamo in tempi pericolosi.”
Ogni romanzo di DeLillo è più di una semplice storia, perché mete in luce le minacce della contemporaneità. In “Underworld”, per esempio, preannunciava un mondo sommerso dai rifiuti. In “Zero K” immaginava un futuro in cui era alla portata di tutti congelare corpi e anime per conservarle.
Il libro appena uscito in Italia che racconta il nostro rapporto con la tecnologia e che ci farebbe bene leggere
La sua ultima fatica, invece, è un libro appena uscito in Italia che racconta il nostro rapporto con la tecnologia. “Il silenzio”, romanzo brevissimo (poco più di cento pagine), si svolge nella notte di un prossimo futuro. Si sta disputando il Super Bowl del 2022 e tutta l’America è davanti al televisore.
D’un tratto, però, tutti gli apparecchi tecnologici smettono di funzionare all’unisono: Tv, computer, cellulari. Il mondo piomba in un inatteso e totale silenzio.
Così, l’umanità è costretta a ritrovarsi faccia a faccia con se stessa. In narrativa, ogni avvenimento non si riduce soltanto a quello che accade. Tutto è il corrispettivo di qualcosa di più profondo e significativo.
“Il silenzio” di DeLillo è l’input per renderci conto di quanto le nostre vite siano demandate a una forza esterna. Forza esterna che, ormai, si è insinuata nella interiorità sociali al punto da costituirne un prolungamento (in)naturale.
Un romanzo attuale e forse profetico
Con un semplice (quanto fantasioso) clic d’interruttore, DeLillo spegne la tecnologia, lasciando solo l’autenticità antica della gente e delle strade.
È un romanzo attuale, perché descrive un’immobilità che – per altri motivi – stiamo vivendo. Forse profetico, perché coglie un punto di non ritorno al cui ci stiamo avvicinando. È, inoltre, un romanzo sentito. Scritto da un autore che si vanta di usare ancora una vecchia macchina da scrivere e di non possedere un cellulare.
Per chi già conosce DeLillo, è una splendida conferma. Per chi non lo conosce, il migliore dei modi per iniziare a scoprirlo. In ogni caso, è un libro che ci fa bene leggere, per essere più consapevoli dei tempi che viviamo.
Abbiamo visto, dunque, qual è il libro, appena uscito in Italia, che racconta il nostro rapporto con la tecnologia, e che ci farebbe bene leggere.