La scelta del Presidente Mattarella non poteva essere più opportuna e appropriata.
Il Prof. Mario Draghi ha un curriculum di tutto rispetto. Secondo il politico Tabacci, “quando Barack Obama aveva un problema, diceva ai suoi collaboratori: chiamate Mario”.
Nelle note di Draghi, non solo incarichi importanti e prestigiosi, ma anche scelte coraggiose come quella del quantitative easing che praticamente ha salvato l’Euro.
Il presidente della BCE, molto spesso in contrasto con i banchieri tedeschi, è riuscito a far passare la sua politica facendola digerire ai dirigenti della Bundesbank.
Draghi, oltre ad essere un amministratore di altissimo livello, possiede il senso molto spiccato della politica, cosa non sempre comune ai grandi dirigenti, e non ha paura di prendere decisioni impopolari.
Anche l’Italiano più importante al mondo potrebbe non farcela nella palude della politica italiana
Quella che viene definita la palude italiana della politica non è altro che un effetto della frammentazione politica del Paese, dovuto essenzialmente al sistema elettorale.
Il sistema elettorale che piace alle nostre forze politiche è quello proporzionale basato sul collegio plurinominale in maniera tale che alle votazioni. Nessuno perde molto e nessuno vince in maniera decisiva.
Aggiungiamo il bicameralismo perfetto e a questo punto abbiamo tutti gli effetti da palude politica.
La conferma più evidente viene anche dalle nostre ultime elezioni politiche. Sebbene il Movimento 5 Stelle è uscito vincente, non aveva i numeri per governare, prima hanno fatto un Governo giallo verde poi un giallo rosso con i corpuscoli.
Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, se non ci fosse stata la pandemia non sarebbe cambiato molto.
I dati del PIL e dell’economia per l’anno 2019 parlano da soli
Nessuno riesce a fare le riforme che servono al Paese, in genere si tira come sempre “a campare”.
I Governi balneari della prima repubblica che duravano al massimo 40 giorni, purtroppo non hanno insegnato niente.
Il problema della palude: il sistema elettorale.
L’Italia avrebbe bisogno di un sistema che veniva richiesto a gran voce da un grande politico italiano, Marco Pannella. Egli così si esprimeva “… se è vero che in America servirebbe per almeno 10 anni un sistema proporzionale puro, in Italia ci vorrebbe un sistema maggioritario secco all’inglese con collegio uninominale”.
La soluzione italiana, forse, sta proprio nel collegio uninominale sia esso proporzionale o maggioritario ma sempre uninominale.
In questo modo, solo le personalità di maggiore spicco potrebbero emergere. E godendo del favore popolare, fare anche quelle riforme che non sono più rinviabili.
La palude fermerà Draghi? Anche l’Italiano più importante al mondo potrebbe non farcela nella palude della politica italiana? Speriamo di no!
Non vogliamo che il suo attimo curriculum si possa offuscare con il suo ingresso nella politica attiva.