Come già detto in un precedente articolo, WhatsApp ha stabilito i nuovi termini e le nuove condizioni di utilizzo. I fruitori del servizio di messaggistica istantanea dovranno accettarle entro il prossimo 8 febbraio, altrimenti non avranno più accesso alla piattaforma online.
Tra le nuove condizioni rientra la condivisione dei dati con Facebook, cosa che ha suscitato un grande scalpore in tutto il mondo. Molti utenti credono che questa condivisione leda la propria privacy personale. Per fare chiarezza, WhatsApp ha lanciato un avviso sul suo sito ufficiale affermando che la riservatezza sarà sempre garantita. I messaggi, infatti, continueranno ad essere protetti dalla crittografia end-to-end che ne permette la lettura soltanto a coloro che li inviano e li ricevono.
Nonostante i chiarimenti, però, le persone sembrano dubbiose ed è per questo motivo che in tanti hanno cambiato piattaforma di messaggistica istantanea.
WhatsApp e Telegram: quale scegliere?
In molti hanno cavalcato l’onda del malcontento, suggerendo l’adesione a diverse piattaforme ritenute più sicure. Tra queste, Telegram si trova al primo posto. Da sempre considerata come una tra le piattaforme più affidabili, se non addirittura la più affidabile, ad oggi è la sfidante numero uno di WhatsApp.
Difatti, proprio in questi giorni, lo staff di Telegram ha inviato un messaggio a tutti i suoi utenti ringraziandoli della fiducia riposta nell’app di messaggistica. In soli tre giorni, i nuovi utenti sono più di 25 milioni in tutto il mondo.
Un risultato strabiliante, si potrebbe pensare. Ma questo mutamento così veloce e radicale era davvero così necessario?
Verità e allarmismo
Ci sono volte in cui è difficile distinguere tra ciò che è e ciò che sembra. Probabilmente, questo ne è un esempio. Che si tratti di allarmismo procurato o di una violazione della nostra privacy, non spetta a noi giudicarlo. Sta di fatto che c’è ancora una domanda che in tanti si stanno ponendo nella sfida tra WhatsApp e Telegram: quale scegliere? La risposta dipende da una scelta personale basata su dati reali. È vero che Telegram non richiede alcuna condivisione dei dati con Facebook o con altri Social. Tuttavia, ciò non toglie che anche questa piattaforma richieda l’accettazione di certe condizioni d’uso e termini d’utilizzo.
Per prendere la giusta decisione, dovremmo prima riflettere sul famoso concetto di riservatezza personale. Nell’epoca della tecnologia e della condivisione sfrenata della nostra vita, siamo sicuri che la violazione della privacy dipenda dal download di un’app anziché di un’altra?