La Legge 104 prevede il trasferimento della sede più vicina?

lavoratore

La Legge 104 tutela il lavoratore che assiste il familiare disabile. In particolare, sul diritto di scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere. La normativa ribadisce “ove possibile”. Inoltre, specifica che il lavoratore non può essere trasferito, ad altra sede aziendale, senza il suo consenso. In riferimento al familiare da assistere, la domanda, che i Lettori chiedono agli Esperti di Proiezione di Borsa, è con quale grado di parentela la Legge 104 prevede il trasferimento della sede più vicina? Analizziamo cosa prevede la normativa.

Grado di parentela

La normativa prevede che un lavoratore del settore pubblico e privato, che assiste un familiare con handicap grave, ha diritto al trasferimento alla sede lavorativa più vicina (ove possibile).

Il familiare d’assistere deve essere in possesso del verbale Legge 104 art. 3 comma 3, e con il seguente grado di parentela: coniuge o parente affine al secondo grado.

Si passa al terzo grado di parentela in determinate condizioni. In effetti, ciò è possibile solo quando il coniuge o il genitore del familiare siano mancanti o deceduti, o affetti da patologie invalidanti. Oppure, abbiano compiuto 65 anni di età.

La Legge 104 prevede il trasferimento della sede più vicina?

A tal proposito, si è espressa anche la Corte costituzionale con la sentenza n. 213/2016 sul diritto del convivente di fruire dei permessi Legge 104 art. 3 comma 3. Ma non estende questo diritto ad altre agevolazioni.

Anche l’INPS, con la circolare n. 38/2017, ha puntualizzato tale aspetto in base alla Legge n. 76/2016 sulle unioni civili e le convivenze. In effetti, l’INPS precisa che la parte dell’unione civile che presta assistenza all’altra parte, può fruire sia dei permessi Legge 104 sia del congedo straordinario Legge 151. Mentre, il convivente di fatto può fare richiesta solo dei permessi Legge 104/92.