Siamo così abituati a vivere alla giornata che non ci chiediamo più niente. Sembra evidente a tutti che il giorno dopo Natale, il 26 dicembre, si stia a casa e si finisca il panettone (ricetta qui).
Molti pensano che è stata un’idea dei Governi passati per permettere alle famiglie di incontrare quelle persone che non sono riuscite ad incontrare il giorno prima. Altri, ancora, pensano che sia un modo per avere un ponte che ci permetta di viaggiare.
Tuttavia, come spesso accade, la verità è ben diversa. Dovremmo conoscere la storia, la politica, la cultura. Cerchiamo di capirlo insieme. Perché Santo Stefano è un giorno festivo? Il segreto della festa.
Primo martire
Se ci mettessimo a leggere i Santi di ogni giorno del calendario capiremmo molto meglio il corso dell’anno. Il 25 dicembre è naturalmente Natale, e la tradizione di attribuire a questa data la nascita di Gesù rimonta i secoli. La scelta, invece, di Santo Stefano per il giorno immediatamente successivo è stata lungamente dibattuta.
Eh sì, avere quest’onore sul calendario non è mica da tutti! In particolare, il grande pregio di Santo Stefano è stato quello di essere considerato dalla tradizione come il primo martire della fede cristiana.
Nella prima metà del primo secolo della nostra era, pochi anni dopo la crocifissione di Gesù, Santo Stefano dovette rispondere alle accuse di blasfemia dal Sinedrio. Condannato alla lapidazione, trovò la morte. Fatto interessante è la presenza di San Paolo nell’accusa, prima della sua caduta sulla via di Damasco.
Parallelismi
Nella cultura popolare italiana, un parallelismo sorge spontaneo. Infatti, il 26 dicembre ci ricorda tanto il “lunedì dell’Angelo”, comunemente conosciuto come Pasquetta. In particolare, sia dopo il giorno di Natale sia dopo Pasqua c’è sempre un ulteriore giorno festivo in cui le famiglie possono ritrovarsi con più tempo e serenità.
Perché Santo Stefano è un giorno festivo? Il segreto della festa è tutto qui!