I soldi del cashback finiranno davvero nelle tasche degli italiani?

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Nelle ultime settimane è partito il cashback di Stato e non sono mancate le polemiche. Inizialmente, l’app IO, necessaria per aderire all’iniziativa, non è stata in grado di gestire l’elevato numero di iscrizioni. Successivamente in molti hanno criticato l’iniziativa perché considerata causa di assembramenti nei pressi di negozi in tutta Italia. Le polemiche non si sono fermate a questo. Oggi analizzeremo la presa di posizione espressa dal responsabile affari legali della BCE che ha sollevato alcuni rilievi su questa iniziativa.

Secondo Yves Mersch, infatti, l’Italia non ha consultato l’Eurotower prima di istituire il cashback di Stato. Insomma, i soldi del cashback finiranno davvero nelle tasche degli italiani? Oppure c’è il rischio che la Banca Centrale Europea blocchi i rimborsi? Prima di analizzare l’accaduto, consigliamo un approfondimento che faciliterà i rimborsi per chi dovesse smarrire il bancomat proprio in questi giorni.

La lettera della BCE e la risposta del MEF

Nella missiva datata 14 dicembre, il componente del Comitato Esecutivo della Banca Centrale ha inizialmente lodato l’iniziativa. La BCE approva infatti ogni azione volta a contrastare l’evasione fiscale messa in atto dai Governi degli Stati membri. I rilievi di Mersch sono però relativi sia al meccanismo predisposto dal MEF, considerato sproporzionato dal funzionario di Francoforte, sia alla sua attuazione. I singoli Stati devono infatti consultare la BCE prima di prendere iniziative in ambiti di competenza dell’Istituto presieduto da Christine Lagarde. La notizia di questa comunicazione formale ha colto di sorpresa e spaventato molti cittadini. Il 18 dicembre, infatti, i rimborsi maturati hanno superato quota 10 milioni di euro a conferma del successo dell’operazione. Alla luce delle critiche della BCE, i soldi del cashback finiranno davvero nelle tasche degli italiani?

I soldi del cashback finiranno davvero nelle tasche degli italiani?

La replica del MEF non si è fatta attendere e ribatte nettamente alle critiche di Mersch. In primis, i funzionari del ministero sottolineano come l’iniziativa del burocrate sia partita proprio l’ultimo giorno del suo incarico. Per questo motivo i rilievi appaiono più una presa di posizione personale che un monito della BCE. Inoltre, l’iniziativa non sfavorirebbe chi non intende avvalersi di strumenti di pagamento elettronici e non ha leso il diritto comunitario. Per il Governo italiano, quindi, il nostro Paese ha agito correttamente e solo al fine di contrastare l’evasione. Insomma, i soldi del cashback finiranno davvero nelle tasche degli italiani che hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa. Resta però il dubbio su possibili ulteriori rinnovi di questo modello che appare molto oneroso per la casse dello Stato.