I periodi di disoccupazione quanto contribuiscono ai conteggi per la pensione?

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La crisi finanziaria derivante dalla pandemia ha costretto molte aziende a ridurre i costi per il personale. Il Governo ha introdotto alcune norme per tutelare i posti di lavoro come il divieto ai licenziamenti e l’estensione della NASPI. In molti casi, però, le aziende hanno dovuto chiudere licenziando il personale o non hanno potuto rinnovare i contratti a termine.

Di conseguenza moltissime persone hanno richiesto l’indennità NASPI e le tempistiche per trovare una nuova occupazione saranno probabilmente molto lunghe. In questo contesto, molti lavoratori si pongono dubbi sul proprio futuro, sia lavorativo che pensionistico. In questo articolo vogliamo quindi rispondere ad un dubbio molto frequente. I periodi di disoccupazione quanto contribuiscono ai conteggi per la pensione?  E quindi, chi percepisce l’indennità di disoccupazione potrà andare in pensione regolarmente o avrà delle penalizzazioni?

I contributi figurativi

L’INPS contabilizza due diverse tipologie di contributi ai propri iscritti. I contributi effettivi sono quelli relativi ai versamenti effettuati dal datore di lavoro per i periodi di attività di un lavoratore. La contribuzione figurativa, invece, è relativa a periodi di inattività forzata e prevede l’attribuzione d’ufficio di periodi validi ai fini pensionistici. Rientrano in questa casistica, i periodi di CIG e le indennità ASU, di mobilità e di disoccupazione.

Insomma, chi percepisce l’indennità di disoccupazione potrà andare in pensione regolarmente grazie ai contributi figurativi. Esistono però, alcune eccezioni alla regola generale. Il primo è relativo al limite massimo per l’attribuzione dei contributi figurativi. Essi, infatti, non possono superare di oltre 1,4 volte l’importo previsto per la NASPI.

I periodi di disoccupazione quanto contribuiscono ai conteggi per la pensione?

Chi percepisce l’indennità di disoccupazione potrà andare in pensione al raggiungimento dei normali requisiti previsti dalla normativa. I contributi figurativi consentono infatti l’accesso alla pensione di anzianità, di vecchiaia e ad alcuni trattamenti anticipati. In altri casi, invece, i lavoratori non potranno utilizzarli per chiedere l’assegno INPS. Si tratta dei trattamenti di pensione anticipata contributiva e all’Opzione donna.

In questi casi, i periodi di NASPI non consentiranno di maturare il diritto alla pensione. Resta ancora la possibilità di riscattare i periodi di disoccupazione per accedere a Quota 100. Una scelta valida fino alla fine del 2021, salvo eventuali proroghe. Ricordiamo che esistono degli utili accorgimenti per anticipare la pensione senza penalizzazioni economiche, anche per chi abbia delle contribuzioni figurative. Abbiamo analizzato questi importanti aspetti in un recente approfondimento.