L’opportunity cost è un’analisi che ci consente di confrontare alternative di investimento, lavoro, attività.
Si tratta, in buona sostanza, di confrontare costi, guadagni, vantaggi delle diverse alternative che ci troviamo di fronte in un diverso ambito.
Quale ci consentirà il guadagno più consistente?
Ma quale ci permette una maggior soddisfazione e gratificazione?
Talora si tratterà di confrontare solo elementi di natura economica, mentre altre volte gli elementi saranno di natura diversa.
Certamente nel primo caso il paragone sarà più semplice ed immediato, nel secondo le cose si complicano un po’.
Opportunity cost: cos’è e come utilizzarlo
Analizziamo quindi il seguente esempio.
Esempio. Valutazione di due diverse alternative: iscriversi all’università o accettare una proposta di assunzione in azienda?
Una persona appena diplomata si trova di fronte ad un bivio per il proprio futuro.
Potrebbe andare subito a lavorare come dipendente amministrativo per una azienda, che gli ha offerto l’assunzione, percependo uno stipendio di 1500 euro che, unitamente ai contributi, potrebbe arrivare ad un totale di circa 35000 euro annui.
Sul piatto della bilancia deve però anche mettere in conto che non avrà grosse possibilità di carriera o di svolgere altro lavoro.
L’alternativa è quella di rinviare l’ingresso nel mondo del lavoro, iscrivendosi all’università.
Qui le cose ovviamente si complicano un po’, perché occorre capire a quale facoltà iscriversi.
Per semplificare il tutto, consideriamo solo una specifica opzione
Iscriversi alla Facoltà di Legge, essendo forse quella che consente una maggior scelta, poi, di opzioni lavorative. Inoltre si tratta di studiare materie gradite al nostro potenziale studente, appassionato di Diritto.
In questo caso, la scelta avrebbe dalla sua la soddisfazione per materie che piacciono, ma in termini economici?
Qui le cose si fanno più complicate da valutare.
Mentre la scelta del lavoro in azienda, disponibile a breve termine e delineato nei suoi elementi economici, quei circa 35000 euro annui, di cui sopra, consente una più immediata definizione, le prospettive lavorative da proiettare negli anni futuri sono sicuramente molto più incerte.
Ad esempio, se poi il nostro studente decidesse di svolgere l’attività di avvocato, possiamo certo dire che una volta in determinate realtà si poteva anche pensare di poter arrivare, entro poco tempo, a risultati finanziariamente anche consistenti, talora corrispondenti alle attuali centinaia di migliaia di euro o anche milioni di euro.
Cosa certamente ancora realistica, ma per studi già avviati da molti anni, consolidati quindi nel tempo, e con molti dipendenti e collaboratori.
Ma oggi le prospettive sono decisamente cambiate per chi volesse creare un proprio studio.
Come costruire, quindi, l’opportunity cost in questo caso?
L’opportunity cost, in buona sostanza, è la somma degli elementi, cui rinunciamo, facendo una determinata scelta.
Pertanto se il soggetto del nostro esempio sceglie il posto di lavoro aziendale, rinuncia all’opportunity cost conseguente alla scelta di iscriversi a legge, e quindi a:
- Possibilità di svolgere attività autonoma legata alla laurea
- Possibilità nel futuro di eventuali incrementi di guadagno legati a tali attività
- Rinuncia a studiare materie gradite
- Rinuncia, anche in caso di eventuale futuro impiego come dipendente, a un miglioramento di carriera, riservato solo a coloro in possesso di un determinato titolo di studio, superiore al diploma di scuola media superiore.
D’altra parte, se scegliesse l’opzione universitaria, quale sarebbe l’opportunity cost, cioè l’insieme degli elementi cui rinuncerebbe?
- Mancato guadagno di circa 35000 euro annui, e, ipotizzando uno studio universitario per 5 anni, quindi almeno 175000 euro.
- Mancato inserimento lavorativo, oggi probabile o certo (abbiamo parlato di una concreta proposta di assunzione in azienda) a fronte di un futuro decisamente più incerto.
- Sfruttamento del fatto di essere stato assunto in età più giovane, rispetto a chi si laurea e solo dopo entra nel mondo del lavoro, ad anni di distanza.
Cosa scegliere trovandosi in questa situazione? Cosa suggerire ad una persona che si trovi a dover decidere?
Un elemento importante
Abbiamo visto, dal precedente esempio, che non si tratta spesso di confrontare solo elementi economici e precisamente quantificabili, ma anche di altra natura. Come la soddisfazione di studiare qualcosa che piace.
Ma un altro elemento importante, assolutamente da non sottovalutare, riconduce alla concreta probabilità che si realizzino o meno determinate circostanze.
Considerando sempre lo stesso esempio, dobbiamo infatti evidenziare che l’opzione di farsi assumere ha solo elementi di certezza, a proprio favore.
Il che non è certo poco.
Invece tutti gli elementi economici dell’ipotesi universitaria sono solo ipotetici, aleatori.
Se, infatti, potrebbe considerarsi sicura la mancata soddisfazione per studi graditi, che però non è un elemento economico, la componente finanziaria dell’opportunity cost in questo caso è solo aleatoria.
La concreta possibilità di svolgere, ad esempio, una gratificante attività forense come lavoro autonomo, e non quale dipendente di qualche studio, ad esempio, potrebbe essere un’ipotesi non veritiera, solo teorica.
Le difficoltà di un’attività professionale oggi
Le modifiche intervenute nel mercato di queste attività, soprattutto a seguito dell’inflazione conosciuta da certi sbocchi lavorativi, oggi determina una situazione, per cui una eventuale attività gratificante come liberi professionisti è decisamente più difficile. Inoltre è spesso protratta avanti negli anni e, quindi, a differenza di un tempo, in cui forse si poteva essere titolari di importanti studi professionali a trent’anni, oggi probabilmente bisogna attendere i quarant’anni, ed in taluni casi proprio non si riesce a costruire un proprio studio, che abbia le basi per reggersi economicamente.
Di qui, ovviamente, consegue anche l’aleatorietà dell’altro aspetto economico.
Se infatti risulta irrealistico riuscire a costruire un proprio studio professionale, ne consegue che anche i guadagni previsti sono del tutto ipotetici.
E chi si aspettava, eventualmente, ingenti introiti da un’attività come libero professionista, potrebbe ritrovarsi deluso, e dover accettare un mero compenso come collaboratore o dipendente di altri professionisti.
Con un guadagno annuo forse addirittura inferiore a quello di chi avesse invece scelto l’opzione di farsi assumere in azienda.
Come notiamo, tutta la parte finanziaria dell’opportunity cost, legata alla opzione universitaria, ha dovuto essere soggetta a questo vaglio di probabilità, in quanto una cosa sono le prospettive certe e concrete, ben altra cosa le prospettive meramente ipotetiche, e spesso non aggiornate in base all’evoluzione che settori e professioni conoscono nel corso del tempo.
Che cosa resta, quindi, a ben vedere dell’opportunity cost legata all’opzione universitaria?
Certo, la rinuncia, se non ci si iscrive, a studiare materie gradite.
Ma se è solo per questo, uno determinate materie potrebbe anche studiarle nel tempo libero, senza alcuna necessità di essere iscritto all’università.
Come si può, ad esempio, imparare a suonare come hobby, senza diventare necessariamente un concertista.
Resta forse un ultimo possibile punto: il non agevolarsi, in caso di assunzione universitaria post lauream, di quei miglioramenti di carriera che sono riservati ai laureati.
Ma anche questo punto corrisponde a realtà o è solo un’ipotesi?
Probabilmente, anche questo punto è meramente ipotetico.
Intanto, perché molte piccole e medie aziende non hanno un preciso percorso di carriera, legato ai precedenti studi, ma si basano principalmente sulle concrete capacità dimostrate sul posto di lavoro.
Pertanto potrebbe capitare che un laureato si trovi in una posizione gerarchica inferiore a chi non laureato nell’organigramma aziendale.
Ma poi anche le grandi aziende, oggi, stanno cambiando mentalità.
E sicuramente puntare ad una carriera, basandosi solo sul pregresso percorso scolastico, potrebbe rivelarsi fonte di molte delusioni.
Anche perché, mentre oggi, nell’esempio considerato sopra, la possibilità di essere assunto è considerata reale (parliamo, ripeto, di una concreta proposta di lavoro), la possibile assunzione un domani è solo teorica, dipendendo anche da elementi quanto mai incerti.
Sicuramente avrebbe avuto decisamente maggiori facilità di assunzioni un diplomato cinque anni fa, rispetto ad una persona che si laurei oggi, a fronte delle conseguenze economiche della pandemia, ad esempio.
Conclusioni
Abbiamo voluto spiegare in questo articolo cos’è l’opportunity cost, e come utilizzare tale analisi a sostegno delle proprie scelte.
Al contempo, abbiamo però voluto indicare un utilizzo realistico, sottolineando come introdurre nelle proprie valutazioni anche la probabilità che certe prospettive si realizzino o meno.
Senza questa ulteriore valutazione di quanto siano realisticamente probabili certe ipotesi, l’opportunity cost rischia infatti di divenire un mero esercizio teorico, spesso fuorviante rispetto alla concrete opportunità che le diverse opzioni realmente consentono.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“