Le quotazioni dei metalli preziosi, al grammo, al chilo o all’oncia, variano giornalmente in base all’andamento dei prezzi di mercato. E questo vale per esempio per l’oro come per l’argento. Ma per chi vuole conoscere la quotazione dei propri oggetti preziosi, quanto vale l’argento usato?
E questo perché il valore dell’argenteria dipende non solo dal valore di mercato del metallo prezioso al grammo, ma anche dal peso e dalla purezza degli oggetti per i quali viene chiesta ad un esperto una valutazione. Magari perché poi l’obiettivo, se conviene, sarà quello di vendere l’argenteria e quindi di monetizzare.
Quanto vale l’argento usato? Massima attenzione sempre alla purezza
Nel dettaglio, il valore degli oggetti in argento dipende dalla loro purezza. Per esempio, l’argento 999 è quello puro, ovverosia quello che si può acquistare in lingotti, mentre se l’argento è 800 questo significa che non è puro.
E precisamente significa che per ogni 1.000 parti di metallo solo 800 sono in argento, mentre le restanti 200 parti dell’oggetto sono composte di un’altra lega metallica come ad esempio il rame. Di conseguenza, è chiaro che meno tenderà ad essere puro l’argento, minore sarà il prezzo che sarà offerto al grammo, al chilo o all’oncia da un commerciante di metalli preziosi.
Ecco perché l’argenteria non è mai composta al 100% dal metallo prezioso
Al riguardo c’è anche da dire, giusto per rendere l’idea, che un candelabro o un servizio di posate in argento non potrà mai essere 999. E questo perché l’argento puro è troppo malleabile e troppo duttile per essere lavorato da solo. Di conseguenza è necessaria sempre l’aggiunta di leghe metalliche che sono più resistenti. Per esempio, spesso l’argento di scatoline e di bomboniere in argento ha una purezza pari a 925/1000. Si tratta, nello specifico, del cosiddetto argento sterling con il 92,5% della lega che è formato da argento puro, ed il restante 7,5% dal rame.