In pensione 5 anni prima dei 67 anni con questa modalità

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Il contratto di espansione è una possibilità per i lavoratori che intendono lasciare il lavoro cinque anni prima della pensione di vecchiaia. Uno strumento che è stato previsto nella Legge di Bilancio 2021, nell’ambito delle misure a sostegno del welfare. È uno strumento già conosciuto, in vigore in via sperimentale dal 2019 al 2020. Nel 2021 questa misura apre le porte alle imprese anche con meno dipendenti. Analizziamo chi può andare in pensione 5 anni prima dei 67 anni con questa modalità.

Uscita dal lavoro con il contratto di espansione: ecco cosa prevede

In pensione 5 anni prima con questa modalità nel 2021sarà accessibile a più lavoratori. Attualmente, il contratto di espansione (D.Lgs. 148/2015) prevede per un triennio sperimentale dal 2019- 2020.

Possono aderire le imprese con mille dipendenti, avviando una proceduta con i sindacati finalizzata alla stipula di un contratto di espansione con le politiche sociali, il Ministero del Lavoro e le associazioni sindacali.

Il contratto di espansione deve contenere un programma di nuove assunzioni associato ad un progetto formativo di riqualificazione del personale già in essere, per una modifica delle competenze professionali al fine di utilizzare le risorse disponibili.

Tale processo si articola in due modalità ben precise. La prima riguarda la riqualificazione e formazione del personale in essere, attraverso la riduzione o sospensione dell’orario lavorativo con CIG per massimo 18 mesi.

La seconda riguarda la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per i lavoratori a cui mancano cinque anni dal raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata.

L’indennità anticipata è corrisposta dall’azienda fino all’effettivo pensionamento.

Inoltre, nel caso l’operazione sia finalizzata ad acquisire la pensione anticipata, sarà riconosciuta la contribuzione figurativa.

In pensione 5 anni prima dei 67 anni con questa modalità nel 2021

Le novità nel disegno di legge per il 2021 prevedono l’esenzione del contratto di espansione anche alle imprese con 500 dipendenti.

Introdotto, inoltre, l’obbligo per il datore di lavoro di sottoscrivere una fideiussione bancaria in garanzia.

Invece, il datore di lavoro dovrà versare l’importo della provvista economica mensilmente all’INPS, per garantire l’erogazione degli assegni fino al raggiungimento della pensione.

Il disegno di legge aumenta le risorse economiche disponibili su questo strumento, nel modo seguente:

a) nel 2021 una maggiore spesa per circa 101 milioni di euro;

b) nel 2022 una maggiore spese per circa 102 milioni di euro.