Anche ieri il tema della cancellazione del debito pubblico italiano in mano alla BCE è stato tema balzato agli onori della discussione politica. A tirare in ballo l’idea è stato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, nel corso di un’intervista a un noto network USA.
Ora, sarebbe bellissimo se la BCE cancellasse il debito pubblico italiano perché poi potrebbe avvenire tutto questo … Cosa? Scopriamolo meglio procedendo per step.
Le dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio
La proposta di ieri ha ripreso, a grandi linee, quella di qualche settimana fa ad opera del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Ossia la cancellazione del debito pubblico, sovrano, acquistato dalla BCE durante la pandemia. Il Sottosegretario Fraccaro ha detto: “La politica monetaria dovrebbe supportare le politiche espansive degli Stati in ogni modo”.
Al riguardo, va detto che la BCE lo starebbe già facendo da quasi un decennio. Basti pensare ai tassi a zero e alle politiche monetarie ultraespansive (QE prima e PEPP poi) hanno grosso modo accompagnato l’ultimo decennio.
Tuttavia, secondo l’esponente di Governo, si dovrebbe prendere in considerazione anche l’idea di cancellare il debito sovrano acquistato dalla BCE durante la pandemia. O, comunque, di renderlo “perpetuo”, il che è quasi uguale, anche se più soft – o mascherato, a seconda dei punti di vista – nella forma dichiarata.
Certo, in caso di debito perpetuo va precisato che ci sarebbero pure gli interessi da pagare. Ma essendo bassissimi, a finale l’operazione stra-converrebbe sempre e comunque.
Il “freno” del Ministro Gualtieri
A queste dichiarazioni ha poi subito fatto eco il Ministro all’Economia, Roberto Gualtieri. Che ha subito precisato l’idea del Governo: “noi consideriamo che i debiti per definizione vanno rimborsati”. Dichiarando che il sentiero verso la cancellazione del debito passa per le vie canoniche della finanza pubblica.
Cioè “incentrato sulla crescita, sugli investimenti e su una politica finanziaria e di bilancio che oggi ha bisogno di forte stimolo di bilancio fiscale”. Ma che guardando al post-pandemia porti comunque alla sua “riduzione graduale e sostenibile”.
Un classico: vorrei ma non posso
Al Paese intero certamente converrebbe si attuassero le parole di chi propone un “abbuono” attivo (fatto di centinaia di miliardi di euro) al bilancio nazionale. Ne guadagneremmo tutti noi. Oltretutto, è bene rimarcarlo, la gran parte dei circa 2.600 miliardi di debito pubblico è stato contratto durante altre legislature.
Dunque, un classico della serie: “vorrei, ma non posso”. Ora, al netto di come poi realmente andranno a finire le cose (cancellazione sì, no, forse), l’operazione non sarebbe comunque facile di per sé.
Anzitutto, potrebbe apparire come uno sberleffo a tutte quelle economie giunte all’appuntamento con la pandemia con i conti in ordine.
In secondo luogo farebbe perdere di credibilità alla BCE, oltre a procurare alla stessa un enorme buco di bilancio. Che poi, verosimilmente, dovrebbero ripianare gli stessi Stati aderenti.
Sicuramente sarebbe bellissimo se la BCE cancellasse il debito pubblico italiano perché poi potrebbe avvenire tutto questo
Ma, soprattutto, potrebbe crearsi un precedente non indifferente. Ovvero quello per cui al prossimo cigno nero, di natura endogena, o esogena, all’economia, le future classi di Governo andrebbero decisamente sciolti.
Ossia avrebbero un precedente, una sorta di lasciapassare, a non porsi tanti limiti, in termini di spesa pubblica. Confidando, appunto, che in nome della recessione bisognerebbe agire senza indugi o tentennamenti di alcuna sorte. Poi, a crisi economica conclusa, un colpo di spugna della BCE sistemerebbe tutto.
In simili ipotetici scenari si potrebbe allora assistere anche ad una ulteriore proliferazione dei Bonus. Decisamente di più degli attuali, e sempre elargiti in nome della recessione. Mandando tutti in confusione in merito a dove si porrebbe concretamente la linea di confine tra il sostegno a imprese e famiglie e la deriva.
Ora, nessuno vuole un altro cigno nero, ma la teoria dei cicli economici di schumpeteriana memoria afferma che, volenti o nolenti, essi puntualmente prima o poi si ripresentano. Non resta, quindi, che confidare nel vaccino e riprendere la retta via quanto prima.