A base di frattaglie, ricavate dai prestomaci del bovino, la trippa è un piatto della cucina tradizionale italiana e non solo. In virtù del suo elevato valore nutrizionale, infatti, la trippa in diverse varianti viene servita sulle tavole di numerosi Paesi del mondo. Dalla Francia alla Spagna, passando per il Portogallo, e fino ad arrivare ai paesi dell’Europa dell’Est e anche al Medio Oriente.
Focalizzando l’attenzione sulla cucina italiana, ecco come preparare e gustare la trippa nelle varianti regionali più note. Dalla trippa alla romana alla trippa alla fiorentina, passando per la trippa alla genovese.
Come preparare e gustare la trippa nelle varianti regionali, dal Lazio alla Liguria
Trippa alla romana. In questa ricetta le frattaglie sono cucinate con una base di polpa di pomodoro in soffritto di guanciale con olio extravergine di oliva. Vanno aggiunti sedano, cipolle, carote e aglio. Oltre a pepe e sale in quantità strettamente necessaria. Il tutto sfumando con vino bianco. A cottura ultimata aggiungere foglie di menta e pecorino romano per esaltare ancor di più il gusto di un piatto dal sapore ricco e dal profumo intenso.
Trippa alla fiorentina. Rispetto alla trippa alla romana le modalità di preparazione e di cottura non cambiano. A cambiare, piuttosto, sono gli ingredienti. Il pecorino romano, infatti, lascia spazio al parmigiano. Inoltre al posto della polpa di pomodoro si usano i pelati. E il soffritto viene preparato unendo olio extravergine di oliva e burro. Nemmeno le foglie di menta. In questa versione della trippa si preferisce l’alloro.
Trippa alla genovese. In questa versione della trippa non si ricorre né alla passata di pomodoro, né ai pelati. La base, infatti, è rappresentata da funghi e patate con aggiunta di pinoli. Le patate, peraltro, sono opzionali. Ciò in quanto la ricetta genovese può essere preparata pure ricorrendo, in alternativa alle patate, alla fagiolana. In ogni caso va servita calda con spolverata abbondante di parmigiano.