Ogni giorno può capitare di dover apporre una firma. Oppure di ricevere un contratto firmato da qualcun altro. In un contratto, in una dichiarazione o in una scrittura privata, la firma conferma la paternità di quanto riportato. Oppure. Insomma, la firma conferma la volontà espressa in un documento e attribuisce ad una specifica persona la relativa responsabilità. In altre parole, grazie alla firma si potrà pretendere il pagamento di un assegno o l’esecuzione di un contratto. Oppure si dovrà provvedere a saldare un debito o a concludere un affare. Per questi motivi è sempre molto importante verificare attentamente che le firme nei documenti siano vere e valide. Appare quindi naturale porsi alcune domande sulla corretta apposizione di una firma. Una delle più frequenti è: una firma illeggibile è valida? Capita spesso, infatti, di trovarsi di fronte ad una sigla o ad un tratto di penna difficilmente interpretabile.
Il riconoscimento
Può capitare il caso che qualcuno apponga una firma falsa. In questo caso il contratto risulterà nullo, ma solo se a disconoscere la firma sarà l’interessato. Non è quindi possibile evitare di dar seguito ad un contratto solo per il sospetto di trovarci di fronte ad una firma falsa. Non è nemmeno possibile disconoscere la propria firma dopo averla confermata in un primo momento. Proprio per evitare questi problemi, nei documenti più importanti si ricorre spesso ad un pubblico ufficiale. Di norma ad un notaio, che apporrà la propria autentica. Evitando qualsiasi futuro dubbio in merito all’autenticità delle firme messe in calce ad un documento. Documenti come testamenti, donazioni, atti societari, compravendite immobiliari riportano sempre un sigillo notarile a garanzia dell’esecuzione del loro contenuto. Non è quindi la facilità di lettura di una firma a determinarne la validità. Ma il suo riconoscimento da parte dell’interessato o di un pubblico ufficiale.
Una firma illeggibile è valida?
La legge non dà alcuna indicazione sulle modalità di apposizione di una firma. Se non rimandare alla sua tipicità, ossia al fatto che un soggetto dovrebbe firmare sempre allo stesso modo. Nessuna norma prevede regole, indicazioni o limitazioni della validità di una firma. Firmare in matita, ad esempio, è certamente sconsigliabile ma è legalmente valido. Così come firmare in maniera poco comprensibile, se la propria grafia è effettivamente scarsamente leggibile. Insomma, una firma illeggibile è valida a tutti gli effetti di legge. Nessuno può mettere in discussione una firma per la sua forma, per il colore della penna o per il fatto di essere scritta, ad esempio in stampatello. Insomma, apporre una firma implica una precisa responsabilità in merito a quanto contenuto nel documento. Per questo motivo è consigliabile mettere per iscritto anche patti piccoli ed apparentemente insignificanti. Ad esempio, quando si prestano dei soldi ad un amico.