La nuova filiera delle uova prive di antibiotici al 100% 

uova

Mens sana in corpore sano” si usa dire. Ora sulla stessa scia si potrebbe anche aggiungere: “uovo sano in gallina sana”. Si proprio così e non c’è alcun intento né di giocare con le parole, né di scimmiottare un detto latino diventato ormai di uso comune. Piuttosto si vuole semplicemente porre attenzione sul mercato delle uova salutari. Stando ai dati diffusi dagli istituti che si occupano di ricerche di mercato, sembra che il periodo del lockdown abbia fatto registrare un significativo aumento nel consumo di uova e ovoprodotti. Volendo fornire delle cifre, si parla addirittura di oltre il 50% di aumento. Vediamo quindi di approfondire cosa comporta per il consumatore la nuova filiera delle uova prive di antibiotici al 100%.

I diversi segmenti

Quando si parla del mercato delle uova non si deve incorrere in facili errori di approssimazione. Ciò significa che un uovo non vale l’altro. Ne esiste ormai una gamma così vasta che è bene cominciare a mettere i cosiddetti puntini sulle i. Queste sono le varie opzioni possibili:

a) uova di galline allevate a terra;

b) uova di galline allevate all’aperto;

c) uova di galline allevate in batteria;

d) uova fresche biologiche.

Trend di crescita nei consumi

A trainare la crescita sono le uova provenienti da allevamenti cosiddetti “alternativi”. La soglia di gradimento si fa sempre più alta per le uova di galline allevate a terra e all’aperto. Mentre le uova di galline allevate in batteria, sono sempre meno gradite. Positivo anche l’andamento delle uova fresche biologiche. Sembra quindi che il consumatore si stia facendo sempre più selettivo nel privilegiare prodotti di qualità superiore, che si combinano anche con una maggiore attenzione per il benessere animale. Il benessere va, a sua volta, di pari passo con i sistemi di allevamento e qui veniamo al nocciolo della questione.

La nuova filiera delle uova prive di antibiotici al 100%

Guardando alle novità più recenti introdotte da alcune aziende, segnaliamo quella che va sotto il nome di “antibiotic free”. Un’ espressione presa in prestito dall’inglese che significa “senza antibiotici”. Occhio quindi agli allevamenti di galline ovaiole dove non si utilizzano antibiotici. Le filiere devono essere però certificate “antibiotic-free”. Se così è, ciò significa che non si fa ricorso agli antibiotici in nessuna fase del ciclo di vita delle galline ovaiole.

Le aziende che vanno in questa direzione hanno sposato la linea dell’implementazione di metodologie. Rigore e innovazione dunque sempre maggiori nella gestione degli allevamenti, dove il benessere animale non è un optional, ma un elemento fondamentale. Pertanto, visto che nella filiera antibiotic free, non si somministrano antibiotici agli animali, il compito degli allevamenti è più elevato. Vale a dire che si dovranno necessariamente mettere in atto misure e protocolli sempre più severi per garantire la salute e il benessere degli animali. Ecco quindi cosa si cela dietro la nuova filiera delle uova prive di antibiotici al 100% .