Perché gli Italiani fra di loro sono tutti dei simpatici schiavi

ciao

Gli stranieri sono tutti d’accordo nel dire che la caratteristica principale degli Italiani è la simpatia. Eppure pochi sanno del perché gli Italiani fra di loro sono tutti dei simpatici “schiavi”.

Questioni di saluto

Il modo aperto di comunicare, anche di gesticolare mentre si parla, ci caratterizza non poco. Molto spesso è la differenza più evidente che ci distingue da altri popoli soprattutto del Nord Europa. Il saluto poi che più risuona per strada è il nostro celebre “Ciao!”. Sia per salutarci, che per accomiatarci, ciao è una parola bidirezionale o, come scopriremo fra poco, a doppio senso.

Vince la parola più corta

Come capita spesso le parole corte sono quelle più utilizzate, perché derivano da una pratica semplificazione di parole più lunghe nella vita quotidiana. Così la parola ciao, ha soppiantato in molti casi buongiorno e buonasera. Eppure ciao non deriva da nessuna di queste due parole, pur essendo una forma di saluto.

Perché gli Italiani fra di loro sono tutti dei simpatici schiavi. Da dove viene “ciao”?

Sembra che il nostro amato saluto venga dal Veneto, passato poi in Lombardia e diffusosi nell’intera penisola. Ciao, in effetti, è la contrazione di “s’ciao” che significava schiavo.

Anche nel tedesco meridionale, nella zona di Monaco di Baviera, ancora oggi ci si saluta, “Servus!”, anche fra giovani. Una forma che deriva dal latino, e che indica: “Sono il tuo servo”. Naturalmente non in senso letterale, ma come forma di rispetto per l’altro.

Servus e Ciao hanno in pratica la stessa valenza e lo stesso scopo. Gli Italiani si salutavano “Sono il tuo servo, il tuo schiavo”, come forma di rispetto. Da questa parola poi, un poco alla volta, è venuto fuori il nostro “Ciao!”.

Una parola da origini inattese

Oggi la parola “Ciao” corrisponde ad un saluto molto informale, e poco impegnativo. Un’abitudine che a volte rasenta la scostumatezza: ti saluto, basta che ti togli di torno.

Eppure nel Veneto, la parola schiavo (s’ciao), indicava anticamente i popoli di origine slava (da cui “slave” in inglese, che significa, appunto, schiavo). Erano popoli sottomessi più volte dai germani e che furono dati come schiavi alle truppe di Ottone I. Da allora furono identificati con “s’ciao”, per indicare la sorte crudele di questa gente.

Noi Italiani che, in un certo senso, abbiamo deciso di perpetuare la memoria di questi fatti, salutandoci con “ciao”, dovremmo certo utilizzare questa parola con più senso storico, dando ad essa un significato più profondo.