Perché la cioccolata e il cacao stanno finendo nel mondo? Nello scorso weekend si è tenuta l’inaugurazione del Festival Internazionale a Ferrara, che durerà un anno. Un weekend al mese, in cui, tra le tante altre iniziative, i diversi relatori affronteranno svariati temi. Nel corso del primo ciclo di convegni, in occasione della presentazione di un libro si è argomentato intorno al tema del cacao, al suo consumo e alla sua produzione nel mondo.
Bene, sembra che, nell’arco di qualche decennio, questa prelibatezza sarà solo un lontano ricordo per miliardi di persone. Si tratta non solo di una triste notizia che getta nel panico tutti i suoi estimatori. Ma porta a interrogarsi anche sul perché la cioccolata e il cacao stanno finendo nel mondo e a cosa sia dovuto questo evento-shock. Procediamo con ordine.
La domanda di cacao nel mondo
Analogamente a quanto accade con tutti i mercati del mondo, inclusi quelle delle materie agricole, anche in questo caso vanno analizzati in primis sia la domanda che offerta.
Su questo fronte, la buona notizia è che la collettività mondiale chiede sempre più maggiori quantitativi di questa bontà. Un esempio per tutti: nel 2010 ogni cinese (un miliardo e passa di abitanti) non consumava più di 40 grammi di cacao a testa.
Solo 4 anni dopo, il consumo è salito del 75%, a circa 70 grammi pro capite. Nei successivi 6 anni il trend non si è interrotto, al punto che, entro questo dicembre, si prevede che la Cina sarà il secondo Paese al mondo per consumo pro-capite di cacao.
Al netto dei consumi cinesi, va tuttavia ribadito che, a livello globale, si assiste a un aumento del consumo di cioccolata. E quindi di cacao, che ne è (o ne era?) la sua materia prima.
L’offerta
Il secondo elemento da considerare è l’offerta. Nel mondo il maggiore produttore di questa materia prima è anzitutto la Costa d’Avorio. Seguito poi dal Ghana, dall’Indonesia, dalla Nigeria, dal Camerun, dall’Ecuador e dal Brasile (fonte: ICCO). La forte domanda di una risorsa che, appunto, è propria dei Paesi poc’anzi citati, unita all’aumento del prezzo sul mercato, ha comportato un aumento delle terre dedicate alla coltivazione del cacao negli Stati in questione.
Nessun problema, quindi? Purtroppo no, perché negli ultimi anni sono sempre più i cambiamenti climatici i veri driver dell’offerta. Siccità, alluvioni, malattie che colpiscono la pianta oltre agli incendi, purtroppo sempre più frequenti e devastanti. Il risultato di tutto ciò è che l’offerta segue a fatica i trend dell’aumento della domanda di cioccolata nel mondo.
Gli escamotage dell’industria dolciaria
Ora, come sostengono gli esperti di settore, il cacao nel mondo, ovviamente, non finirà mai. Ma intorno al 2038 si potrebbe assistere a mutamenti finora inimmaginabili. Cambierà, infatti, un altro elemento del mercato: chi potrà permetterselo. Tradotto, cambieranno i consumatori.
Davanti a simili trend divergenti (domanda che sale e offerta che arranca), gli eccessi di mercato si scaricheranno sul prezzo, che salirà. Per cui, chi non potrà permettersi di pagare prezzi più elevati, dovrà semplicemente accontentarsi dei surrogati. Vale a dire che, in un futuro non molto lontano, le barrette di cioccolato più economico conterranno altro al posto del cacao. Tipo frutta secca o uva sultanina, o più zuccheri, o più alte percentuali di latte.
Triste ma possibile. Ecco spiegato perché la cioccolata e il cacao stanno finendo nel mondo e non si vede, almeno per ora, il punto di svolta. Potrebbe anche essere che, in un futuro prossimo, oltre ad essere una materia prima diventi pure una risorsa carente.
Se nel frattempo gradite preparare un ottimo dolce al cioccolato, vi suggeriamo la lettura del seguente articolo.