Gli italiani, sempre più spaventati, continuano a risparmiare

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Crollo degli investimenti. Aumento record dei risparmi. Come diretta conseguenza crollano reddito, consumi, e potere d’acquisto. Gli italiani, sempre più spaventati, continuano a risparmiare come forsennati. Siamo infatti al record di risparmi ed a quello negativo di investimenti in Europa, mai così pochi, dal 1999. In Eurozona siamo al record, col 24,6% di tasso di risparmio. Al contrario, ovviamente, come appena riferito, quello degli investimenti. Sceso del 7,9%. I dati sono di Eurostat, l’ente statistico dell’Unione Europea.

L’atto del risparmiare ha portato quanto messo da parte a livelli mai visti da quando sono iniziate le serie statistiche, nel 1999. Innegabile segno di paura. Sia degli italiani che degli europei. E con troppo risparmio, non ci sono consumi. Con tutte le conseguenze del caso. Cioè che i retailer non solo fanno fatica, ma chiudono. Portandosi dietro decine, se non centinaia, di posti di lavoro. Stessa cosa per gli investimenti. Che sono al minimo dal 1999. Gli italiani si accodano alla tendenza in entrambi i settori, risparmiare e investire. Nel campo del risparmio, siamo balzati al 18,6%. Un balzo di 5,3 punti nel secondo trimestre rispetto a marzo.

Ma se quanto abbiamo detto per i retailer è vero, ovviamente si deve riscontrare sul reddito delle famiglie. Che infatti è in calo del 5,8%. Il conseguente crollo dei consumi è quindi dell’11,5%. Meno soldi, meno acquisti. E meno potere d’acquisto, tra l’altro senza inflazione. Pensate cosa potrebbe accadere quando, inevitabilmente, risalirà. Come abbiamo messo in luce nel link che avete appena superato leggendo.

Gli italiani, sempre più spaventati, continuano a risparmiare

Le conseguenze di quanto detto sono evidenziate anche dal rapporto deficit/PIL, oggi al 10,3%. Le cause? Decisa diminuzione delle entrate, ovviamente. Visto che le aziende sono state chiuse 70 giorni, salvo quelle che producevano beni essenziali, che funzionavano comunque non al 100%. Ma anche un aumento esponenziale delle uscite a causa delle misure di sostegno dell’economia. Assolutamente insufficienti finora, però, stante i numeri, che non mentono.

Saldo primario e saldo corrente sono stati entrambi negativi. Di contro, per versare benzina sul fuoco, è salita la pressione fiscale, ormai ad un orrido ed irrealistico 43,2%. In salita dell’1,8% rispetto al secondo trimestre 2019. Concludiamo questo vero e proprio bollettino di guerra con il PIL, in caduta più che libera, e senza paracadute. Siamo al -13% rispetto al Q1. E al -18% rispetto ad 1 anno fa. Se continua così, l’anno si chiuderà con -14,8%. Molto, molto lontano dalle ottimistiche ed irrealistiche previsioni del governo di un -8%.