Tre Stati in cui è meglio non mostrare i tatuaggi

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Al giorno d’oggi in Italia la percentuale di persone tatuate sfiora il 13%. Questo dato ha un significativo aumento quando si tratta della popolazione più giovane. Generalmente questa fascia di età oltre all’amore per i tatuaggi presenta un’altra grande passione: i viaggi. Però in alcuni casi questi due fattori hanno difficoltà a coesistere. Ecco tre Stati in cui è meglio non mostrare i tatuaggi.

Giappone

La terra del Sol Levante è il primo dei tre Stati in cui è meglio non mostrare i tatuaggi. Infatti nonostante l’ink art non sia espressamente vietata, i giapponesi mostrano ancora qualche riserva nei suoi confronti. Al giorno d’oggi infatti non è possibile per tutti i tatuati accedere alle palestre o agli onsen, le famose terme pubbliche. Per agevolare il turismo il governo nipponico ha aperto degli impianti termali dedicati agli stranieri, ma il pregiudizio è duro a morire. Infatti, esso affonda le proprie radici nel VI secolo quando le autorità tatuavano i criminali per marchiarli a vita. Quest’atto, inizialmente pensato come una punizione, è poi diventato un segno di riconoscimento e distinzione negli ambienti malavitosi. Tuttora i componenti della Yakuza sono tatuati.

Corea del Nord

Nonostante la situazione politica di questo Paese impedisca un normale flusso turistico, la Corea del Nord è riportata in questa guida per una strana policy interna riguardo ai tattoo. Intanto, la figura professionale del tatuatore è inesistente: possono praticare quest’arte solo i medici. Poi i tattoo sono permessi solo nel momento in cui inneggiano a Kim Jong-un o il regime dittatoriale. Tutte le altre tipologie invece possono essere punibili con i lavori forzati.

Iran

In Iran i tatuaggi non sono proibiti. Allo stesso tempo, però, non sono apprezzati perché vanno contro la legge coranica e sono pertanto considerati segno del demonio. Nel 2018 il calciatore iraniano Ashkan Dejagah è stato convocato dal comitato etico per aver mostrato i propri tattoo su Instagram. Lo sportivo ha protestato perché in campo si è sempre presentato coperto. Questa polemica ha portato ad una decisione drastica: la totale esclusione dei giocatori tatuati dal mondo calcistico in quanto cattivo esempio per i tifosi.

Ora che sapete i tre Stati in cui è meglio non mostrare i tatuaggi, potete programmare il prossimo viaggio in sicurezza. Se siete curiosi di sapere altre curiosità su uno di questi paesi orientali, non perdetevi la storia degli hikikomori.