Ma la TARI è una tassa o una tariffa? Vi sembra una domanda sciocca? Beh, sappiate che non lo è. Perché le stesse amministrazioni che la applicano non lo sanno. E la ragione è che nessun ente sa valutare quanti rifiuti vengono prodotti. Sia da un singolo nucleo familiare che da una singola azienda. Il motivo è presto detto. Il calcolo viene effettuato sul volume prodotto. E non sul peso. La stessa bolletta è farraginosa. Perché non vi è espresso con chiarezza quanto paghi il contribuente. E come si calcola l’imposta sui rifiuti. Proprio per questo attenzione a quanto pagate di TARI, perché è in fase di modifica.
Il problema della TARI è sollevato da chi ne ha ogni diritto. Si tratta infatti delle ARERA. Cioè dell’Authority dell’Energia. La quale ha sottolineato come è innegabile che sarebbe utile un definitivo approdo di norme e di legge sulla natura fiscale o tariffaria della TARI. E lo ha fatto nella sede istituzionale più appropriata. Cioè durante la Relazione Annuale al Parlamento. In essa si nota come le attività di raccolta dei rifiuti siano riorganizzate. E quindi abbiano potuto continuare a funzionare anche durante la crisi. Ma quelle di riciclo e smaltimento dei rifiuti hanno invece mostrato difficoltà. Difficoltà legate ad un settore che si mostra fortemente interconnesso. E con una mancanza di impianti purtroppo conclamata. Che tra l’altro non ha potuto neanche contare sui rifiuti provenienti dall’estero durante il lockdown.
Attenzione a quanto pagate di TARI, perché è in fase di modifica
Dovrebbero essere i Comuni a controllare l’operato del gestore. Ma ciò non accade. Perché? Perché i piani economici degli Enti sono approvati praticamente al buio. Senza una reale consapevolezza da parte dei consiglieri comunali. Che danno l’approvazione ai piani economico/finanziari senza averli esaminati con la dovuta cura. Proprio per questo ARERA chiede una precisa definizione della TARI. Perché se il pagamento della medesima è stato sospeso durante il lockdown, presto bisognerà che i cittadini tornino a pagarla. E se l’Autorità ha fatto il possibile finora per tutelare i consumatori, tra poco i nodi verranno al pettine. Quindi le morosità ed i relativi distacchi per sua causa, e le eventuali rateizzazione per il recupero di quanto dovuto dovranno riprendere. Ma senza sapere ancora se si tratti di un’imposta comunale o di una tariffa. E questo limbo normativo non giova al contribuente.