La Redazione di ProiezionidiBorsa continua ad informare i Lettori in merito alle norme che regolano il sistema previdenziale. Il nostro obbiettivo è informare i cittadini sui loro diritti e sulle modalità per esercitarli. In questo articolo vogliamo approfondire i criteri di calcolo degli assegni pensionistici degli agricoltori. Il settore agricolo, pur se importantissimo per la nostra economia, è in perenne difficoltà. Gli occupati del settore soffrono di scarse tutele sia durante che alla fine della propria carriera.
Ecco chi sono i lavoratori che avranno le pensioni più basse d’Europa e che spesso non possono smettere di lavorare. La CIA ha recentemente dichiarato che il 90% dei pensionati del comparto non arriva a 600 euro al mese di pensione. Per questo motivo sempre più lavoratori continuano la propria attività anche dopo aver maturato l’età per la pensione. Un problema che ricade anche sui giovani che faticano a sostituire i lavoratori più anziani.
Il calcolo delle pensioni degli agricoltori
Le pensioni del settore agricolo seguono le normali regole previste dall’INPS seppur con alcune caratteristiche peculiari. Età anagrafica ed anzianità contributiva per accedere al trattamento pensionistico sono comuni alle altre categorie. Cambia invece radicalmente il computo dei periodi di contribuzione. Per gli agricoltori un anno di contributi corrisponde a 270 giorni di contribuzione effettiva. Restano totalmente escluse le giornate di malattia o di disoccupazione.
Il settore poi, è fortemente influenzato dal fattore climatico che può imporre periodi di inattività. Il mancato raggiungimento della soglia di 270 giornate lavorative obbliga i lavoratori a costose contribuzioni volontarie. Oppure alla rinuncia di un intero anno di anzianità contributiva. Questa condizione costituisce spesso un vicolo cieco. Per lavoratori spesso sottopagati è impossibile contribuire di tasca propria e questo impedisce il corretto conteggio degli anni di lavoro.
Ecco chi sono i lavoratori che avranno le pensioni più basse d’Europa
Attualmente nel nostro Paese vivono oltre 460.000 pensionati agricoli. Le loro pensioni sono purtroppo molto ridotte, addirittura le più basse dell’intero continente europeo. L’assegno medio mensile del settore non supera i 400 euro ma sono molti i pensionati che percepiscono il minimo di 276 euro. Il 90% di loro comunque non supera i 600 euro mensili. Una situazione che costringe molti agricoltori ultrasettantenni a proseguire la propria attività.
Penalizzando fortemente il ricambio generazionale. Mettendo anche in pericolo la salute stessa di molti lavoratori troppo anziani per sostenere un’attività faticosa come quella agricola. Attualmente il Governo sta valutando la possibilità di istituire un importo minimo per le pensioni dei lavoratori dell’agricoltura. L’Esecutivo deve ancora trovare le coperture economiche, la manovra è quindi ancora solo una proposta. Ricordiamo che la Redazione di ProiezionidiBorsa si è occupata dei diritti dei lavoratori agricoli in un recente approfondimento.