Controllo sui conti correnti concesso anche agli Enti Locali. La lotta all’evasione fiscale diventa più serrata

Guardia di Finanza

La lotta all’evasione fiscale ha ampliato in modo consistente il novero di soggetti che può accedere all’anagrafe dei rapporti finanziari. L’ultima novità arriva dal decreto Semplificazioni, con il quale si è consentito l’accesso ai dati dei conti correnti anche anche agli Enti Locali. Si tratta di un accesso fino ad oggi consentito soltanto a Fisco e Guardia di Finanza. Quindi, ormai da anni non esiste più il segreto bancario e il risparmiatore non può più imporre nessun veto in tal senso. Ciò in quanto il controllo sui conti correnti viene concesso anche agli Enti Locali. Di conseguenza, sono davvero in troppi a sapere cosa facciamo dei nostri soldi.

Controllo sui conti correnti concesso anche agli Enti Locali

Come anticipato, con il decreto Semplificazioni, il controllo dei conti correnti è stato esteso anche a ComuniProvince e Regioni. Quindi, oltre all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza, adesso anche gli enti locali hanno accesso all’archivio dei rapporti finanziari dei contribuenti. Lo scopo è naturalmente connaturato all’attività d questi svolta, ossia: facilitare la riscossione delle tasse e dei tributi di competenza di detti enti. Il tutto senza che, contestualmente, sia stata introdotta una normativa che stabilisca i limiti a tale accesso a tutela dei contribuenti. In altri termini, non viene specificato chi possa entrare in possesso di tali informazioni. Quindi, considerato che ognuno degli enti in discorso ha un elevato numero di impiegati e funzionari, potenzialmente tutti potrebbero attivare il controllo di che trattasi.

Controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate è l’ente che, più degli altri, ha le mani libere in fatto di controlli sui conti correnti. Essa, oltre alle informazioni sui conti, può effettuare tutta una serie di altri controlli, quali informazioni sui:

1) conti deposito;

2) deposito titoli;

3) buoni fruttiferi postali;

4) conto terzi;

5) prodotti assicurativi;

6) investimenti di vario genere;

7) carte di credito.

Tutte le volte in cui l’Agenzia riscontri un movimento sospetto o un’operazione non giustificata, può convocare e chiedere spiegazioni al risparmiatore. La stessa può sia chiedere un contraddittorio preventivo, in cui il cliente della banca abbia la possibilità di difendersi, sia direttamente disporre un accertamento. Il Fisco si avvale di diversi strumenti di controllo di aziende e privati. Tra questi, si pensi al Risparmiometro, attraverso il quale il predetto sa quanti soldi entrano e quanti soldi escono. Così, qualcuno spende più di ciò che guadagna e c’è uno scostamento del 20% tra entrate e uscite, si può presumere che una parte del suo reddito sia in nero.

Controllo della Guardia di Finanza

Altro soggetto abilitato a controllare i conti correnti è la Guardia di Finanza, attraverso la cosiddetta Superanagrafe dei conti. In particolare, le informazioni raccolte dalla Guardia di Finanza possono riguardare: a) tutti i movimenti in entrata e in uscita; b) il saldo del conto corrente sia all’inizio che alla fine dell’anno; c) la giacenza media. Questi dati vengono sottoposti a valutazione e per far scattare, eventualmente, avvisi di accertamento e di recupero degli importi su cui il contribuente non ha versato le imposte.