Il costo economico di un conflitto

conflitto, guerra, esercito, armi, soldato

Il costo economico di un conflitto. Un conflitto violento influisce negativamente sul progresso economico di un paese. Nello specifico, la perdita in crescita annuale può andare dal 2 all’8,4%. Le nazioni che confinano con zone di conflitto soffrono anche di altro. Perdono l’1,4% all’anno di PIL. E mostrano un aumento dell’1,8% annuo nell’inflazione. Inoltre, le risorse spese per combattere le guerre sottraggono ai servizi sociali risorse spaventose. Prendiamo come esempio una situazione vicina a noi, cioè la Siria. Dal 2011, inizio della guerra civile. oltre 400.000 morti. E 5 milioni di persone sono fuggite dalla nazione mediorientale. In termini cumulativi, la perdita di denaro è stata di oltre 250 miliardi di dollari. Cioè cinque volte il PIL siriano.

I conflitti ricorrenti e prolungati colpiscono milioni di persone, scoraggiano gli investitori e decimano la capacità di un paese di ricostruire la propria economia e le proprie istituzioni. Esempio? il PIL pro capite dell’Afghanistan è invariato dal 1970, a parità di potere d’acquisto.

Affrontare una crisi è costoso. L’aiuto speso per i rifugiati ospitati nei paesi donatori ha raggiunto i 14 miliardi di dollari. Si stima che 150 milioni di persone in 37 paesi abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Gli aiuti allo sviluppo spesi nei Paesi donatori per i rifugiati sono triplicati dal 2014. E sono aumentati di otto volte dal 2010. Quest’anno il costo per il mantenimento delle missioni di pace ha raggiunto i 10 miliardi di dollari all’anno.

Il costo economico di un conflitto

Prevenire un conflitto può far risparmiare, e parecchio. Al di là del salvare milioni di vite, è economicamente benefico per le varie nazioni. Nello scenario più pessimistico, vengono risparmiati costi mondiali per 5 miliardi di dollari. In quello più ottimistico, per 70 miliardi di dollari. Ovviamente, i benefici del prevenire i conflitti aumentano nel tempo, mentre i costi diminuiscono.

E’ possibile prevenire i conflitti? Sì, in almeno tre modi. Indirizzando il sostegno verso misure che affrontino i rischi di conflitti violenti alla base. Essendo inclusivi nella costruzione di partnership per la pace. Al contempo, rispondendo alle questioni sollevate dai gruppi sociali. Fornendo un sostegno continuo per affrontare i rischi nella fase iniziale, durante e dopo la fine del conflitto.