Conto corrente: quello che le banche non dicono

In questo articolo analizzeremo alcune delle promesse fatte dalle banche ai propri clienti prima dell’apertura di un conto corrente. Cercheremo di capire se c’è davvero differenza tra una banca e l’altra e come orientarsi di fronte alle varie offerte. Da anni, infatti le banche predicano trasparenza ma i contratti sono sovente poco chiari e scritti in caratteri microscopici. Gli istituti di credito spendono moltissimo in campagne di marketing, ma allo sportello spesso le proposte non sono così allettanti.

I clienti sono sempre più disorientati e raramente riescono ad ottenere spiegazioni chiare in merito ai prodotti della propria banca. Commissioni di vario tipo, addebiti per servizi sconosciuti, trattenute dal nome incomprensibile sono la quotidianità per molti correntisti. Abbiamo approfondito recentemente alcuni costi nascosti delle carte bancomat. Vediamo, quindi, quanto costa esattamente un conto corrente: quello che le banche non dicono lo scopriremo oggi insieme.

Zero spese, ma non per tutti

Sempre più banche pubblicizzano conti correnti a canone zero e senza imposta di bollo. Sembrerebbe un prodotto ideale: uno strumento per gestire gratuitamente le nostre spese. Ma una ricerca di mercato di un comparatore online rivela che il costo medio dei conti correnti continua a salire. L’esborso è passato dai 100,68 euro del 2019 ai 123,46 euro del 2020, con un aumento di oltre il 22%.

Tra i servizi più cari per i consumatori ci sono il canone del bancomat, più che quadruplicato in 12 mesi, ma anche assegni e bonifici. Le banche spesso emettono gratuitamente il bancomat, ma chiedere un duplicato a seguito di furto o smagnetizzazione, statisticamente, costa sempre di più. Anche la sicurezza costa: gli SMS di notifica delle operazioni sono a pagamento e soggetti a forti rincari, se ricevuti all’estero. Sempre per chi viaggia, i costi di utilizzo delle carte fuori dai confini italiani sono in costante crescita.

Conto corrente: quello che le banche non dicono

Un cliente che attraversa un periodo di difficoltà finanziaria, diventa meno redditizio per le banche. Maggiori sono le nostre spese ed il saldo del nostro conto, più elevati saranno i guadagni per il nostro istituto. Se invece siamo in un periodo di ristrettezze la banca potrebbe applicare elevate commissioni per lo scoperto o per i pagamenti negati. Addirittura, alcune banche prevedono commissioni per inattività per i clienti che lasciano a lungo il conto non movimentato.

Se ci accorgiamo che le promesse non corrispondono alla realtà potremmo ovviamente decidere di estinguere il conto. Facendo però attenzione alle commissioni per chiusura anticipata. Si tratta di costi applicati ai clienti che chiudono il conto nei primi mesi dall’attivazione. Gli istituti sono davvero attivi nel pubblicizzare il loro conto corrente, quello che le banche non dicono, però, è come intendono guadagnare. Spesso infatti, se il cliente non movimenta cifre importanti, rischia di pagare salate commissioni.

Alcuni consigli per i nostri lettori

Lo staff di ProiezionidiBorsa consiglia ai lettori di leggere attentamente i fogli informativi, disponibili per legge nelle filiali e sui siti delle banche. Questi documenti riepilogano ogni informazione sul conto corrente: quello che le banche non dicono oltre a quello che pubblicizzano. Spesso infatti, facendo attenzione a dove prelevare o scegliendo di fare un’operazione online anziché in filiale, si risparmia parecchio. Normalmente le banche on line offrono costi più contenuti ma è possibile ottenere buone condizioni anche dagli istituti tradizionali. In molti casi, una chiacchierata periodica con il direttore di filiale può bastare per ottenere un trattamento migliore.