Dove guadagnare sui mercati emergenti?

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Dove guadagnare sui mercati emergenti? Investire sui mercati emergenti può essere una strategia di successo. Soprattutto nella ricerca di rendimenti interessanti. Con la giusta ottica temporale, ovviamente. Investire in obbligazioni di molti Paesi europei può non essere una buona scelta. Soprattutto con un orizzonte di medio-lungo periodo. Difficilmente, infatti, si avrà un capitale a scadenza maggiore di quello iniziale. Questo poiché i tassi di interesse sia nominali che reali sono negativi. In questo senso la situazione è certamente più favorevole per gli emergenti. Mercati dove larga parte dei rendimenti attesi rimane in territorio positivo. Nello specifico, le obbligazioni in valuta locale offrono un’opportunità interessante. Pur avendo una volatilità molto elevata. Questo perché le valute dei mercati emergenti sono sottovalutate in prospettiva storica. Ma anche perché i tassi reali sono positivi.

Geograficamente, l’America Latina è quella al momento con le dislocazioni maggiori. E quindi anche Paesi minori come Perù e Colombia sono tra i nostri preferiti. Al momento l’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa suggerisce di evitare altri Paesi. Cioè quelli più simili per caratteristiche a quelli sviluppati. Ossia molti Paesi asiatici e dell’Est Europa. Paesi che hanno economie e istituzioni molto solide. Ma, tuttavia, hanno rendimenti troppo bassi per essere attraenti. Per noi strutturalmente l’opportunità è da ricercare altrove. Nello specifico, nel debito in valuta locale. Che poi è l’universo più importante e liquido. Qui si possono ancora trovare tassi reali positivi . Circostanza quanto mai rara nei titoli obbligazionari dei Paesi sviluppati.

Dove guadagnare sui mercati emergenti?

Inoltre, molte valute emergenti trattano a livelli di forte sottovalutazione. Rispetto a cosa? Rispetto ad un livello di equilibrio. Per questo suggeriamo un’esposizione strutturale a questo universo. In termini di Paesi, da preferire Messico, Indonesia e Russia. La restante parte di un investimento in mercati emergenti? Debito in valuta forte. Sia governativo che corporate. Questo offre diversificazione. E riduce la volatilità collegata ad un’esposizione in valuta locale. In questo senso va precisata una cosa. Il debito in valuta forte è un universo piccolo se comparato a quello in valuta locale. E manca di compratori naturali.

Un trend importante da monitorare è quello del dollaro. Perché? Per il suo forte impatto sugli emergenti. Un dollaro debole ha effetto positivo. E lo ha sia sulle valute locali che sul debito governativo e corporate. Questo perché tutto costa meno. Su questo possiamo dire che le valute emergenti sono molto sottovalutate. Soprattutto in prospettiva storica. Specularmente, il dollaro è relativamente caro. Anche se in quest’ultimo periodo ha iniziato a deprezzarsi. La FED, infatti, necessita di un dollaro debole in questo momento. Momento molto delicato per l’economia americana. Che è (ancora) la più colpita dalla pandemia.

Tra le tendenze trasversali globali ce n’è un’altra. Cioè quella della riduzione dei tassi di interesse. Riduzione dei tassi che si estende anche ai Paesi emergenti. Ciò perché rende il costo del debito più sostenibile. Il rovescio della medaglia è che l’investimento in debito in valuta locale in alcuni emergenti è oggi meno una storia di reddito. E più di apprezzamento della valuta.