Facciamo chiarezza sulle tasse di trading e investimenti

trading online

Facciamo chiarezza sulle tasse di trading e investimenti. Già perché, se non lo sapeste, i profitti che ottenete dall’attività di trading o da investimento sono tassati. Come tutto, del resto. Quante sono queste tasse? Quali sono i principali due modi per pagarle? Come pagarne meno, legalmente?

Iniziamo con la domanda più importante. Quante sono queste tasse? Innanzitutto specifichiamo che tutti i profitti da trading e investimenti sono soggetti a una tassa fissa del 26%. Significa che per ogni euro guadagnato lo Stato si prende 26 centesimi. Quindi a noi ne restano 74. E questo 26% vale per qualunque altro strumento finanziario. Escluso i titoli di Stato. Dove lo Stato stesso è più generoso, e si prende solo 12,5 centesimi ogni euro di guadagno che facciamo. In realtà non possiamo semplificare tutto al 26%. Perché lo Stato ha introdotto uno strumento chiamato compensazione delle minusvalenze. Che sembra un nome tanto complicato, ma che in effetti non lo è.

Esempio pratico

Immaginiamo tre operazioni di trading. Due andate bene, con profitto di 100 e 50 euro, ed una male, con perdita di 50 euro. Le tasse non ai applicano a tutte e tre le operazioni. Perché solo due hanno fatto profitti. Quindi il 26% si applica solo ai 150 di profitto. non alla perdita da 50 euro. Lo Stato tiene conto delle nostre perdite fino a un numero massimo di quattro anni. Quindi possiamo anche andare a compensare perdite che abbiamo fatto magari l’anno scorso. O due anni fa.

Facciamo chiarezza sulle tasse di trading e investimenti

Quante tasse bisogna pagare l’abbiamo detto. Arriviamo al come farlo. Ci sono principalmente due modi per pagare le tasse. E sono regime amministrato e regime dichiarativo. Il primo è un regime fiscale dove la vostra banca o il vostro broker si occupano praticamente di tutto. Sono loro a occuparsi di pagare le tasse al posto vostro. Quindi voi non dovete fare nulla. Il vantaggio più grande di questo regime è proprio questo. E’ a costo zero, in un certo senso. Perché non dobbiamo pagare nemmeno un commercialista. Ed è anche a costo zero in termini di tempo.

Ci sono però anche degli svantaggi. Il primo e il più grande è che non verremo tassati sui guadagni effettivi che abbiamo fatto quest’anno. Perché i soldi ci vengono scalati subito. Quindi, al massimo, potremmo recuperare le perdite dell’anno scorso. Il secondo è che questo è un servizio che offrono solo banche e broker italiani. Perché i broker esteri non possono fare da sostituto d’imposta. E banche e broker italiani sono mediamente più cari di quelli esteri, come costi.

Il regime dichiarativo è il modo per pagare le tasse utilizzato solitamente da chi ha un broker estero. Ma si può scegliere anche per banche e broker italiani. In questo caso il broker o la banca non si occuperanno di nulla. Sarà compito nostro pensare al pagamento delle tasse.

Vantaggi e svantaggi

Vantaggi? Più scelta. Infatti possiamo anche utilizzare i broker esteri. Che sono tendenzialmente più economici. E, in certi casi, addirittura senza commissioni. Il secondo vantaggio è che in questo caso andremo invece a pagare effettivamente le tasse su quanto abbiamo guadagnato all’interno dell’anno. Il terzo vantaggio è quello più importante. E vale soprattutto per i trader. Quindi per chi fa tante operazioni l’anno. Nel regime dichiarativo possiamo rimandare il pagamento delle tasse. E quindi a tutti gli effetti avere più capitale a disposizione per fare trading.

Quindi, in un certo senso, se abbiamo più capitale a disposizione perché non è stato eroso dalle tasse, otteniamo dei profitti con più capitale. Allora abbiamo in un certo senso risparmiato grazie al regime dichiarativo. Svantaggi? Principalmente uno, ovvero i costi. Perché dobbiamo fare proprio tutto da soli. Ed il costo in termini di tempo è davvero grande. Oltre alla possibilità di commettere errori. Oppure possiamo pagare un commercialista. E, ovviamente, non è un servizio gratis. Oltre al fatto che non tutti i commercialisti offrono questo servizio. E quando lo fanno è abbastanza caro.

Quale dei due regimi è migliore? Dipende, ovviamente. Dipende prevalentemente da quante commissioni paghiamo ogni anno, quante operazioni facciamo e quanti conti abbiamo. Più i costi ad operazione sono alti, più vale la pena il regime dichiarativo. Perché i broker esteri sono molto più economici di qualunque banca o broker nostrano. Così potremo sfruttare un broker molto più economico. E compensare ampiamente la spesa per il commercialista.