I 3 casi in cui conviene rinunciare al reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanza

La nostra Redazione vi darà consigli utili tramite l’individuazione dei 3 casi in cui conviene rinunciare al reddito di cittadinanza. Per i contribuenti che non hanno diritto al sussidio governativo sembrerà paradossale rinunciare all’assegno mensile che l’INPS eroga. Pur tuttavia vi sono alcune circostanze in cui realmente risulta vantaggioso non presentare la richiesta dell’ammortizzatore sociale. E anche chi rientra fra i percettori del beneficio economico troverà più conveniente lasciar decadere il diritto al sussidio piuttosto che continuare a ricevere la ricarica.

Per meglio capire come mai in alcune circostanze convenga addirittura rifiutare l’assegno mensile rimandiamo a “Qual è l’importo del reddito di cittadinanza 2020?”. Ciò perché non per tutti i percettori del sussidio governativo la ricarica mensile ammonta a 780 euro. La somma di denaro che l’INPS accredita ai beneficiari cambia in riferimento alla condizione reddituale del richiedente. Ciò significa che ad alcuni percettori spetta ad esempio una somma di denaro talmente irrisoria che si attesta attorno a 40-50 euro al mese. Vediamo dunque di analizzare i 3 casi in cui conviene rinunciare al reddito di cittadinanza.

I 3 casi in cui conviene rinunciare al reddito di cittadinanza

Il primo motivo che induce alcuni beneficiari a rifiutare la percezione dell’ammortizzatore riguarda proprio l’importo modesto dell’assegno. Non conviene difatti vincolarsi al rispetto di obblighi e doveri che la ricezione del beneficio impone per una somma così modica.

Il secondo motivo per cui spesso i destinatari del reddito di cittadinanza preferiscono rinunciarvi riguarda i controlli. Chi percepisce il beneficio economico è difatti soggetto ad accertamenti che riguardano la situazione reddituale e la conservazione dei requisiti di accesso al sussidio. Se il percettore non comunica un’eventuale variazione che potrebbe subentrare nella propria condizione economica rischia persino la reclusione da 1 a 3 anni. Ciò perché chi non presenta l’aggiornamento dell’Isee sta omettendo la comunicazione di informazioni importanti.

Il terzo motivo per cui spesso conviene optare per la decadenza del reddito di cittadinanza riguarda il Patto per il lavoro. Anche a fronte di un assegno mensile dall’importo assai basso il percettore deve infatti sottoscrivere il Patto per il lavoro. Ciò implica l’impegno per il beneficiario ad accettare le offerte di lavoro congrue che potrebbero giungergli.