Ma insomma, il MES conviene o no all’Italia? Facciamo chiarezza

debito pubblico italiano

Ma insomma, il MES conviene o no all’Italia? Facciamo chiarezza. Dateci pochi minuti, e vi spiegheremo se e perché il MES potrebbe convenire o meno all’Italia. E con un ragionamento semplice semplice.

Il MES è l’acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità. E’ un fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. In Italia, e solo in Italia, è conosciuto anche come fondo salva-Stati. A livello giurido il MES è un’azienda. Essendo tale ha una sede, degli amministratori, dei dirigenti e personale stipendiato. Il suo scopo è quello di amministrare il fondo sovvenzionato dagli stati membri. E quant’è la dotazione del MES? Inizialmente, quando fu costituito nel 2011, aveva una disponibilità di 500 miliardi di euro. Attualmente consta di oltre 650 miliardi.

In Italia il MES ha sempre costituito una sorta di spauracchio. E si fa anche presto a capire perché. Essendo un fondo salva-Stati, il ricorrervi significa essere falliti. Come fecero a loro tempo la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo. E la Spagna, seppur limitatamente alle proprie banche. Negli ultimi tempi di questa possibilità si è tornati a parlare. Ovviamente il tutto è dovuto alla crisi economica a causa del Covid-19. Crisi che ha colpito l’Italia profondamente, a causa di un lockdown di 70 giorni. Lockdown che ha paralizzato l’attività economica. Ma insomma, il MES conviene o no all’Italia? Facciamo chiarezza

Ma insomma, il MES conviene o no all’Italia? Facciamo chiarezza

L’Unione Europea, tramite la Commissione, ha predisposto diversi strumenti per aiutare gli stati in difficoltà. E tra questi, quello più in difficoltà anche da prima siamo noi. La colpa? Dell’elevatissimo debito pubblico e dell’altrettanto elevato rapporto debito/PIL. Questi strumenti sono il SURE, le emissioni della BEI ed il Recovery Fund. Ad essi si affianca il MES. Ma non nella sua versione originale. In una versione molto più ammorbidita, con una sola condizionalità. Quale? Di essere usato per questioni sanitarie e parasanitarie. Tipo costruire nuovi ospedali e la viabilità ad essi connessa. L’erogazione dei fondi è sottoposta, poi, alla presentazione di progetti ad esso collegati. In termini pratici, niente progetti validi, niente soldi, anche se si richiedono. Una cosa più che giusta, non trovate?

E quanto spetterebbe all’Italia, di questo nuovo MES? 37 miliardi. Ad un tasso straordinariamente basso. Lo 0,1%. Molto meno del tasso ufficiale di mercato, che per l’Italia è attualmente all’1,21%. Quindi, perché questi soldi non vengono richiesti? Esclusivamente per pregiudiziali politiche. Perché servirebbero solo per uno scopo definito, e non potrebbero essere usati a piacere. E per lo stigma di fallimento che il MES si porta dietro. Ci sono alternative? Una sola. Ricorrere al mercato per finanzarsi, cosa che è stata fatta poche settimane fa, e che è nuovamente in corso. Si sono infatti emessi BTP Italia per 25 miliardi. Ed è in corso un’emissione di un nuovo BTP decennale, denominato BTP Futura. Che conta di raccogliere circa 12 miliardi.

25+12=37, no? La stessa cifra del MES. Già, solo che le due emissioni avranno un tasso medio dell’1,5%. Cioè 15 volte il MES. Pari a circa 5 miliardi di interessi in più da pagare sulla restituzione totale del debito. Non una grande idea. Anzi, l’opposto.