Tutto quello che avreste voluto chiedere sul calcetto senza averne il coraggio

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È indubbiamente lo sport degli ultimi 20 anni e lo si è capito recentemente da due cose. La prima è quella di meritarsi delle interrogazioni parlamentari al Ministro dello Sport Spadafora per tornare a praticarlo. La seconda è la conversione di interi centri sportivi da tennistici a superfici di calcio a 5. Un’autentica esplosione, un contagio per migliaia o forse milioni di italiani ed europei, agonisti e dilettanti, ma anche semplici amatori. Uno sport che non richiede tessere, che non costa poi tanto, soprattutto se diviso nei componenti della partita, che non richiede attrezzatura particolare. Se non, almeno quelle, un buon paio di scarpe tecniche che proteggano piede e caviglia. Attenzione però a quello che si cela dietro a questo meraviglioso sport: tutto quello che avreste voluto chiedere sul calcetto senza averne il coraggio.

Il re del Pronto soccorso

Prima del maledetto coronavirus, il calcetto aveva il triste primato degli ingressi al Pronto soccorso di tutta Italia. Stando infatti alle statistiche sia sportive che ospedaliere, traumi e fratture da calcio a 5 rappresentano la percentuale più alta degli infortuni. Questo perché, pur essendo disciplina per tutti, non è adatta a tutti. O, per lo meno, va fatta con intelligenza, preparazione e allenamento. Le operazioni ai legamenti e ai crociati del ginocchio, dovute alle fratture e ai traumi da calcetto sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni.

Consigli pratici

Tutto quello che avreste voluto chiedere sul calcetto senza averne il coraggio, parte da alcuni consigli tecnici di chi fa parte dell’ambiente da molti anni. Come allenatore e come giocatore. Su ogni superficie.

  • – Non giochiamo con le scarpe da ginnastica, che non si adattano al terreno di gioco. Non proteggono la pianta del piede, la caviglia e le dita stesse. Affidiamoci a una buona scarpa tecnica, con la suola liscia o coi tacchetti di gomma, che si adatti alle superfici di gioco.
  • – Pratichiamo il calcetto almeno una volta alla settimana, meglio due. Bene anche se durante la settimana la nostra muscolatura affronta altri sport: palestra, corsa, ciclismo e qualsiasi attività permetta di essere tonici ed elastici. Purtroppo, il calcetto si nutre dell’impreparazione di molte persone, che lo affrontano senza un minimo di tenuta fisica.
  • – Mai entrare in campo e calciare subito la palla. Il 90% degli infortuni avviene a freddo e nei primissimi minuti dall’ingresso in campo. Il pallone può attendere, l’ospedale ancor di più. Prima riscaldiamo gli arti e facciamo stretching, poi affrontiamo la palla.

Un ultimo ma importante consiglio

Gli atleti lo sanno, gli amatori lo intuiscono, i giocatori estemporanei non ci pensano: al primo sentore di infortunio, bisogna fermarsi subito. Se sentiamo strappare, se prendiamo una botta, o una storta, non bisogna continuare. Soprattutto se magari non siamo allenati e abbiamo qualche chilo di troppo. Il calcetto è un’amante crudele: sa tentarci, ma anche ferirci!