Una guida per capire quali borracce scegliere alla luce degli studi dell’Università La Sapienza. Alla luce delle ultime campagne di sensibilizzazione si sta, più o meno, tutti cercando di ridurre, al massimo, l’utilizzo delle bottiglie di plastica. Per cui è giocoforza dirottare l’attenzione verso le borracce che, per coerenza, dovremmo prediligere in alluminio o in acciaio. Ora però un recente studio condotto da ricercatori di “casa nostra”, ha portato alla luce delle informazioni rilevanti. Vediamo quindi di approfondire quali borracce scegliere alla luce degli studi dell’Università La Sapienza.
Il punto di partenza della ricerca
La nuova ricerca è stata portata avanti dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza di Roma. L’intento era quello di valutare l’eventuale cessione di metalli e semimetalli, da parte delle borracce in commercio. Le borracce infatti, da che mondo e mondo, sono utilizzate per la conservazione di acqua destinata al consumo umano. Per cui, si è avvertita la necessità di andare più a fondo in merito ad un argomento, forse dato un po’ troppo per scontato.
L’oggetto della nuova ricerca
Questo è forse il primo studio di tale natura. Fino ad ora, infatti, le ricerche avevano prevalentemente esaminato il rischio biologico associato all’uso delle borracce, ma non l’eventuale cessione di sostanze da parte delle stesse. Ebbene, grazie ad una simulazione ad hoc su un campione di diverse borracce metalliche, si è rivelato che le stesse cedono metalli all’acqua. E’ bene a questo punto evidenziare come questa cessione non sembra, ad oggi, oltrepassare i limiti previsti dalla legge.
I campioni oggetto d’indagine
Ad essere prese a campione, sono state decine di borracce di diverso formato, marchio e tipologia. Gli acquisti avvengono sia tramite punti vendita fisici, che on-line. A monte di tutto, sono state altresì eseguite delle indagini di mercato, proprio per selezionare i principali negozi di materiale per la casa e di materiale sportivo in genere.
Tra i materiali di realizzazione delle borracce finite all’attenzione dei ricercatori: l’acciaio inox, l’alluminio anche riciclato, oltre ai vari materiali plastici e al silicone. Tutti materiali destinati quasi indifferentemente alla popolazione di adulti e bambini. Ebbene, vari sono stati gli elementi inorganici ceduti dai contenitori al liquido in essi contenuto, ovvero l’acqua.
Il problema che si apre
Data questa generale trasmigrazione di materiale inorganico all’acqua contenuta nelle borracce, il problema che ora si pone è in questi termini. E’ vero che la cessione, come sopra evidenziato, sarebbe entro i limiti di legge, ma cosa accade se altri metalli dovessero essere presenti pure nell’acqua e nei cibi che si assumono? Il rischio che si paventa ora è quello di una potenziale sommatoria tra gli uni e gli altri, arrivando così ad oltrepassare i livelli di metalli considerati sicuri per la salute. Una questione ancora aperta e che merita la dovuta attenzione di tutti.